La gestione del programma di vaccinazione e l’imposizione del Green Pass hanno generato un acceso dibattito pubblico, alimentato da proteste spesso caratterizzate da motivazioni poco chiare. Il cuore del problema risiede nella contraddizione tra l’obbligatorietà del Green Pass e la facoltatività della vaccinazione stessa: un paradosso che rende obbligatoria una conseguenza di un atto non obbligatorio. In numerosi ambienti lavorativi, la presentazione del Green Pass, ottenuto tramite vaccino o test, è divenuta un requisito fondamentale. Questo, soprattutto nel caso dei tamponi, con la loro validità di appena 48 ore, impone costi ingenti: circa 200 euro mensili a persona per tre tamponi settimanali, un onere significativo in un contesto economico difficile. Da qui nasce spontanea la critica: perché lo Stato non ha assunto la responsabilità di una campagna vaccinale obbligatoria, semplificando il processo? Molti non vaccinati non lo sono per ideologia, ma a causa di patologie preesistenti o allergie che potrebbero comportare rischi per la salute. È giusto costringere queste persone fragili a sostenere una spesa mensile per esercitare il loro diritto al lavoro? Non sarebbe stato più saggio prevedere un certificato medico che escludesse dall’obbligo del Green Pass e garantisse l’accesso gratuito a test salivari, considerata anche la crescente disponibilità di queste soluzioni più economiche in molte regioni? Questa non è semplice polemica, ma una riflessione sul ruolo dello Stato. Uno Stato efficiente, pur adottando misure impopolari se necessario, dovrebbe agire per il bene dei suoi cittadini, imponendo la vaccinazione in situazioni cruciali, assumendosi la responsabilità di eventuali effetti collaterali e prevedendo esenzioni per i più vulnerabili. Come affermava Tacito: “Corruptissima re publica plurimae leges”. Le numerose e spesso contraddittorie normative attuali dimostrano la necessità di una maggiore semplificazione e di un’assunzione di responsabilità da parte dello Stato, per garantire la serenità e il benessere dei cittadini, evitando un labirinto burocratico che rende difficile la navigazione quotidiana. In definitiva, se non lo Stato, chi altro dovrebbe assumersi responsabilmente questi compiti?
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