Il generale Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza, ha smentito con forza le accuse di appartenenza alla loggia massonica “Ungheria”, rivoltegli dall’avvocato Piero Amara e riportate dai media. In una dichiarazione ufficiale, il generale ha respinto categoricamente ogni coinvolgimento, definendo le affermazioni dell’avvocato come prive di fondamento e annunciando azioni legali per diffamazione. Zafarana ha sottolineato di non aver mai partecipato ad associazioni segrete, né di aver mai preso in considerazione una tale possibilità, affermando la propria incondizionata lealtà alla Repubblica Italiana e alla sua Costituzione. Ha inoltre dichiarato di non conoscere né l’avvocato Amara, né il dott. Giuseppe Toscano, né l’organizzazione OPCO, prendendo conoscenza dell’esistenza di Amara solo nel 2017, in relazione ad indagini a suo carico. Il generale ha espresso piena fiducia nell’operato della magistratura per accertare la verità e tutelare l’immagine della Guardia di Finanza, affidando ai suoi avvocati l’incarico di intraprendere azioni legali per calunnia a difesa della propria reputazione e dell’onore del Corpo. Tra le personalità nominate dall’avvocato Amara come appartenenti alla stessa loggia, figuravano, oltre al generale Zafarana e al suo predecessore, il generale Giorgio Toschi, Silvio Berlusconi, Denis Verdini, Luca Lotti, Luca Palamara, Carlo De Benedetti, l’ex vicepresidente del CSM Giovanni Legnini e il cardinale Pietro Parolin.
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