L’eccessivo utilizzo di smartphone e dispositivi digitali ha portato a un aumento di problemi di salute mentale e relazionali. Tra questi, la nomofobia, ovvero la paura di essere scollegati e irraggiungibili, è diventata sempre più diffusa. In un periodo caratterizzato da ansia e depressione, causate dalla limitazione delle attività quotidiane e delle relazioni sociali tradizionali, molti si sono rifugiati nel mondo digitale, usando gli smartphone come strumento di lavoro e per mantenere i contatti. Tuttavia, questo utilizzo eccessivo ha conseguenze negative. La costante connessione, oltre a generare ansia e sconforto in caso di mancanza di accesso a internet, può compromettere la capacità di concentrazione, generando una vera e propria fobia della disconnessione tecnologica. Inoltre, l’eccessivo tempo trascorso davanti a schermi può causare ridotta reattività e lentezza nei movimenti, soprattutto nei giovani, e favorire comportamenti impulsivi derivanti dall’immediatezza del mondo virtuale. L’uso prolungato di dispositivi elettronici, inoltre, provoca stress cervicale a causa della postura scorretta e affatica la vista a causa della sovrastimolazione retinica. Se è vero che la tecnologia ha colmato alcune lacune, è altrettanto vero che il rischio di perdere il contatto con la realtà e di sviluppare tecnostress, con conseguente stanchezza, irritabilità e insonnia, è molto elevato. È quindi fondamentale un uso moderato degli smartphone, riservando del tempo ad attività alternative come la lettura o le attività all’aria aperta, ed evitando l’utilizzo del cellulare prima di dormire.
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