La Festa dell’Assunta: Tradizioni e Fede nell’Agro Nocerino-Sarnese

Dalla pittoresca Materdomini di Nocera Superiore alla vibrante Sarno, la fervida devozione mariana culmina il 15 agosto nella solenne celebrazione dell’Assunzione. Già dal 6 agosto, nelle varie parrocchie, si susseguono novene e funzioni religiose in preparazione alla festa che commemora la “dormizione” della Madonna e la sua ascensione al cielo, secondo la tradizione cristiana. Materdomini, custode di un prezioso ritratto mariano risalente, si narra, all’epoca iconoclasta, rappresenta il principale fulcro delle celebrazioni. A Sarno, invece, Maria Santissima delle Tre Corone, protettrice della città, è al centro di un ricco programma di eventi civili e religiosi, organizzato dal parroco don Roberto Farruggio come auspicio di rinascita dopo le difficoltà causate dalla pandemia del 2020. Ricordando le parole del compianto professor Raffaele Pucci, storico nocerino a cui è intitolata la biblioteca comunale di Nocera Inferiore, anche a Nocera Inferiore il fervore per la festa era un tempo molto sentito. Negli anni passati, carri addobbati con immagini della Madonna, ornati di nastri colorati e fiori, percorrevano le vie cittadine raccogliendo i fedeli in pellegrinaggio verso Materdomini. Donne di ogni età salivano a bordo, cantando novene in onore della Vergine durante il lento viaggio attraverso i diversi quartieri. Un’antica melodia, “Scinne, scinne zì munacone…”, echeggiava ancora di recente nelle notti precedenti la festa, intonata dalle poche donne che mantengono viva questa tradizione, in attesa dell’apertura della Basilica per la novena mattutina. Tuttavia, la celebrazione a Materdomini ha perso parte del suo antico splendore. La diminuzione delle tradizionali tammurriate, un tempo animate dalla presenza di figure come Roberto De Simone, musicologo e fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare, ha contribuito a questo declino. Mentre a Sarno si lavora per rendere la festa un evento significativo, a Materdomini poche migliaia di persone partecipano alle funzioni religiose del 14 e 15 agosto, nutrendo forse la speranza nell’indulgenza plenaria, un’antica pratica oggi meno sentita.