Il Latino nell’era digitale: un’eredità ancora attuale?

Il Latino nell’era digitale: un’eredità ancora attuale?

L’insegnamento del latino nelle scuole moderne dovrebbe essere più di una semplice analisi grammaticale; dovrebbe stimolare una comprensione del mondo classico in chiave contemporanea. Nel panorama educativo odierno, persiste la rilevanza dello studio del latino e la sua “effettiva utilità”? La risposta risiede nel fatto che la lingua latina ha plasmato il pensiero e le emozioni del mondo occidentale, rappresentandone il codice genetico. Inoltre, essa promuove un miglioramento della padronanza dell’italiano, contribuendo alla formazione completa della personalità degli studenti e accrescendo le loro capacità critiche. Molti studenti, erroneamente, considerano il latino una lingua morta, priva di valore nel mondo attuale, evitandola per timore. Per superare queste resistenze, è fondamentale adottare un approccio didattico innovativo, che vada oltre la mera analisi grammaticale. Lo studio delle lingue classiche non dovrebbe limitarsi ad una riflessione sulla lingua italiana, ma dovrebbe anche fornire gli strumenti per interpretare la storia e il pensiero antico, favorendo una comprensione più profonda dei processi di confronto e cambiamento culturale che caratterizzano la nostra società. Da un punto di vista metodologico, il latino non è solo una lingua antica, ma un vero e proprio esercizio mentale: paragonato dalla matematica agli scacchi, impone ordine, costanza e logica. Includere il latino nel curriculum scolastico rappresenta un’innovazione didattica, contribuendo non solo a migliorare le capacità comunicative in italiano, ma anche ad affinare le cosiddette “soft skills”, ovvero le competenze interpersonali, sociali e civiche, fondamentali per la crescita personale degli studenti. La soppressione dell’insegnamento del latino nelle scuole medie è stato un grave errore, soprattutto considerando che sono le famiglie più svantaggiate ad avere maggior bisogno di un’istruzione completa e formativa, come sottolineato da Antonio Gramsci nei suoi “Quaderni dal carcere”: “Nella scuola moderna […] la scuola di tipo professionale […] prende il sopravvento sulla scuola «formativa» immediatamente disinteressata. La cosa più paradossale è che questo tipo di scuola appare e viene predicata come «democratica», mentre invece essa è proprio destinata a perpetuare le differenze sociali.” Dopo le diverse riforme scolastiche, è necessario ripensare all’intero sistema educativo, ripristinando lo studio del latino già dalla scuola secondaria di primo grado, per creare una scuola che si focalizzi sulla formazione integrale del cittadino.