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La fauna selvatica si avvicina alle aree urbane: un’eredità del Covid-19?

L’avvistamento di un cinghiale che passeggiava per le strade di Nocera Inferiore, zona San Mauro, alcune settimane fa, è solo l’ultimo esempio di un fenomeno crescente: la fauna selvatica sta cambiando il proprio habitat e, di conseguenza, il proprio comportamento. Residenti e agricoltori che vivono vicino a Monte Albino segnalano un aumento significativo di avvistamenti di animali selvatici in aree precedentemente inusuali. Questa maggiore presenza nei centri abitati è probabilmente dovuta alle prolungate restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Le limitazioni agli spostamenti umani hanno permesso agli animali di esplorare il territorio indisturbati. Con la ripresa delle attività, tuttavia, anche le escursioni nei percorsi pedemontani sono tornate a popolare i sentieri. Quali specie possiamo dunque incontrare nel Parco dei Monti Lattari, e come possiamo interagire con loro nel rispetto della loro integrità?

Tra i mammiferi che popolano i monti, troviamo cinghiali, volpi, ricci, talpe, arvicole, topi selvatici e diversi mustelidi, tra cui donnole, faine e martore. Più raramente, si possono osservare tassi e puzzole. L’avifauna è altrettanto ricca, con poiane, gheppi, ghiandaie, falchi pellegrini, tordi, merli, gazze, corvi imperiali, passeri e cardellini, oltre a rapaci notturni come allocchi e civette. Tra i rettili, oltre a lucertole, troviamo ramarri, gechi, bisce e biacchi; tra gli anfibi, rospi, rane italiche e salamandre pezzate. Questi animali, se non disturbati, tendono a evitare il contatto con l’uomo. La prudenza rimane comunque fondamentale durante le escursioni: osserviamoli da lontano, senza interferire con il loro percorso. Se un animale si avvicina, allontaniamoci lentamente per evitare di spaventarlo.

La popolazione di insetti, seppur diminuita rispetto al passato, è ancora numerosa: coleotteri, api, bombi, falene e farfalle. Molti residenti ricordano la presenza massiccia di farfalle e lucciole che, fino a qualche anno fa, animavano il cosiddetto “percorso della salute”. Oggi, la loro presenza è drasticamente ridotta, a causa dell’urbanizzazione incontrollata che ha degradato l’ambiente, causando inquinamento atmosferico e idrico, e modificando il microclima.

Per tutelare il nostro ecosistema e le specie che lo abitano, è essenziale ristabilire un equilibrio tra la presenza umana e la natura, imparando a convivere rispettosamente con tutte le forme di vita che popolano il territorio.

Redazione

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