Il Covid Hospital “Mauro Scarlato” di Scafati: un anno dopo

Il Covid Hospital “Mauro Scarlato” di Scafati: un anno dopo

La pressione sulle strutture ospedaliere, causa principale delle preoccupazioni durante l’emergenza Covid, ha mostrato un significativo miglioramento. Le lunghe attese al pronto soccorso e le code di ambulanze, purtroppo quotidiane per mesi, sono ormai un ricordo. La diminuzione dei contagi ha determinato una drastica riduzione dei ricoveri. Secondo informazioni raccolte dal giornalista Adriano Falanga di Metropolis, la situazione al Covid Hospital “Mauro Scarlato” di Scafati, presidio fondamentale nella lotta al virus da oltre un anno, è relativamente tranquilla. Un anno fa, la terapia subintensiva ospitava l’ultimo paziente Covid, un ottantanove. Oggi, su sedici posti disponibili, undici sono occupati, con una situazione clinica non critica. Il reparto di Malattie Infettive è al completo, trattando pazienti con polmonite, ma gestibili. Il pronto soccorso funziona regolarmente, senza tempi d’attesa prolungati. In terapia intensiva, invece, i quattro posti letto sono tutti occupati, tre dei quali necessitano di ventilazione meccanica. La svolta significativa è rappresentata dall’efficacia dei vaccini nel ridurre la pressione ospedaliera: quasi tutti i ricoverati non erano vaccinati, inclusi i quattro pazienti in terapia intensiva, tutti giovani. Il più anziano è nato nel 1962. Le fasce più vulnerabili (over 70-80) sono state protette grazie alla vaccinazione. Sebbene il vaccino non garantisca una protezione totale, riduce drasticamente ospedalizzazioni e decessi, contribuendo a frenare la diffusione del virus su vasta scala. Un dato interessante: oggi è stato dimesso un paziente risultato positivo a marzo, vaccinato con due dosi di Pfizer, che aveva perso gli anticorpi.