Massiccia retata antimafia in Campania: 28 fermi tra Napoli e Salerno

Un’operazione congiunta delle Dda di Napoli e Salerno ha portato all’arresto di ventotto persone tra le province di Napoli e Salerno. Tra i principali indagati, Rosario Giugliano, detto “o minorenne”, un sessantenne di Poggiomarino, e Nicola Francese, trentunenne di Pagani. Giugliano, catturato dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, era nascosto in un discreto appartamento a Sant’Alfonso. Lui e Francese sono accusati di aver tentato di uccidere Carmine Amoruso, ex collaboratore di giustizia, il 13 aprile scorso, esplodendo quattordici colpi d’arma da fuoco. Amoruso, che aveva lasciato il programma di protezione, si era stabilito nell’Agro nocerino-sarnese, intenzionato a ridefinire la propria influenza nella zona. L’inchiesta evidenzia la consolidata cooperazione tra organizzazioni criminali napoletane e salernitane, in particolare nell’Agro nocerino-sarnese. Le indagini, pur escludendo che il tentato omicidio sia collegato alle rivelazioni di Amoruso durante la collaborazione con la giustizia, non hanno ancora stabilito un chiaro movente. Analogamente, non è stata accertata una relazione diretta tra gli arrestati e il sequestro di armi e stupefacenti avvenuto giorni prima in un casolare di San Marzano sul Sarno. Giugliano, già condannato in via definitiva per vari omicidi, estorsioni e associazione camorristica (in particolare, legata al clan Alfieri-Galasso), aveva accumulato condanne per oltre duecentoventisette anni, ridotte a trenta. Uscito di prigione nel 2020, aveva continuato le sue attività illecite grazie a contatti con la sua compagna, residente a Pagani, e tramite il figlio di lei, Alfonso Manzena, utilizzando una fiorente rete di traffico di droga.