L’enfasi eccessiva sugli aspetti materiali della scuola (arredi, dispositivi tecnologici) ha offuscato la reale efficacia del processo educativo. La priorità assoluta dovrebbe essere la sicurezza e l’ammodernamento strutturale degli edifici scolastici, aspetto trascurato nonostante il tempo trascorso da marzo ad oggi. L’inizio dell’anno scolastico ha evidenziato criticità come la carenza di insegnanti e il caos legato al sistema GPS, risorse dispendiose che avrebbero potuto essere destinate ad affrontare problemi più urgenti, come le classi sovraffollate, conseguenza di organici sottodimensionati da anni. Sembra che a Viale Trastevere si sia data più importanza all’immagine che alla sostanza, privilegiando campagne pubblicitarie accattivanti piuttosto che risolvere le problematiche strutturali. L’introduzione di nuovi programmi, come il PNSD, è stata affrettata, senza considerare la loro reale efficacia. Conseguentemente, assistiamo ad alunni con difficoltà nella scrittura cursiva, nella comprensione di testi e istruzioni, a causa della semplificazione eccessiva dei metodi didattici. L’ossessione per le riforme “moderne” rischia di svuotare la scuola della sua funzione formativa, sacrificando la conoscenza a favore di una competenza superficiale e spesso propagandata come fine a se stessa. La competenza, infatti, non può prescindere dalla conoscenza solida e approfondita. Inoltre, alle scuole vengono affidati compiti extra-curriculari, senza un adeguato coinvolgimento dei docenti, aggravando il carico di lavoro e compromettendo la qualità dell’insegnamento. La situazione è ulteriormente peggiorata da un’eccessiva burocratizzazione. Anche l’impiego di influencer per veicolare messaggi positivi sulla scuola, pur lodevole nell’intento, ha messo in luce l’inadeguatezza del ruolo educativo delle famiglie e la precarietà dell’intera comunità educante. La soluzione non sta nell’innovazione a tutti i costi, ma in un’attenta riflessione sul passato: è necessario un’analisi critica delle riforme passate, recuperando l’obiettivo di una scuola formativa e di qualità, con edifici sicuri e adeguati. Il problema dei trasporti scolastici, ad esempio, potrebbe essere risolto ottimizzando le risorse pubbliche, investendo in mezzi pubblici efficienti e sostenendo il settore privato. Una scuola sicura è una scuola che si “prende cura” di sé e del suo futuro, che collabora con il Paese, rivendica il suo ruolo educativo e si libera dalle riforme fallimentari, per formare cittadini consapevoli e contribuire alla rinascita del Paese.
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