Il Fosso Imperatore: da arteria vitale a vergognosa discarica

Pochi conoscono la storia del canale artificiale voluto da Carlo d’Angiò per agevolare la costruzione della Badia di Realvalle. Un tempo via d’acqua efficiente, oggi versa in uno stato di degrado disdicevole, contribuendo significativamente all’inquinamento del fiume Sarno. Attualmente, il corso d’acqua, alimentato da scarichi industriali illegali e disseminato di rifiuti, si presenta come un misero canale a metà tra un sistema di irrigazione e una fogna a cielo aperto, un’immagine ben lontana dalla sua funzione originaria. Circa otto secoli fa, il Fosso Imperatore rappresentava un’importante via di collegamento per le popolazioni dell’Agro Nocerino-Sarnese verso il Sarno.
Il re di Sicilia, e poi di Napoli, Carlo I d’Angiò, ordinò la costruzione del canale nel 1270 per facilitare il trasporto di materiali edili – pietra e legname – necessari all’edificazione della Badia. Gli ingegneri reali, studiando attentamente la pendenza del terreno, collegarono la sorgente di San Mauro (Nocera Inferiore) a un punto del fiume Sarno a nord di San Marzano sul Sarno. San Mauro fungeva da piccolo porto fluviale, ricevendo tronchi provenienti dai monti Lattari e Picentini e materiali da costruzione (tufo, calce, ghiaia) dalle cave nocerine. L’antica Nuceria Christianorum, città fiorente, con i suoi casali (tra cui la futura Pagani), conosceva un periodo di crescita dopo la battaglia di Nocera. Carlo d’Angiò, che apprezzava molto Nuceria e trascorreva tempo nel castello del Parco, da lui ampliato, decise di costruire l’abbazia benedettina di Santa Maria di Realvalle, secondo la leggenda, in adempimento di un voto alla Madonna. I lavori, iniziati nel 1274 sotto la direzione dell’architetto Pierre de Chaule, terminarono nel 1284. Il canale, completato nel 1274, consentì il rapido trasporto di materiali per l’abbazia. Il suo percorso, prevalentemente rettilineo, attraversa l’Agro in direzione est-ovest, ridotto nel tempo a causa della costruzione di strade, case e industrie.
Per secoli, il Fosso Imperatore è stato utilizzato per l’irrigazione dei campi circostanti. Oggi, la sorgente di San Mauro, parzialmente inglobata in proprietà private e destinata ad altri usi, non lo alimenta più, rendendolo spesso privo d’acqua. Purtroppo, scarichi civili e industriali abusivi, sorti con la vicina zona industriale, inquinano le sue acque. L’accumulo di detriti ha causato la mancanza di pendenza, creando paludi melmose e maleodoranti, situazione critica per le aree limitrofe a Nocera, San Valentino Torio, Pagani e San Marzano sul Sarno. Nonostante le operazioni di chiusura di condotte abusive, le indagini e la manutenzione del Consorzio di Bonifica, rifiuti di ogni tipo, persino acqua colorata da sostanze chimiche, continuano a contaminarlo, trasformando un’opera antica in una vergognosa cloaca. La stessa Badia di Realvalle, abbandonata dopo la soppressione dei monasteri napoleonici, versa oggi in stato di avanzato degrado, nonostante il pregio architettonico che coniuga gotico francese, barocco e stili moderni.