La corsa ai vaccini anti-Covid: tra promesse e attese

La corsa ai vaccini anti-Covid: tra promesse e attese

Mentre comuni e regioni competono per garantire i migliori centri vaccinali, e il Ministero della Salute assicura l’arrivo imminente delle dosi, quando potremo finalmente uscire da questa situazione? L’attesa dei vaccini anti-Covid ricorda stranamente la scena di personaggi in un’opera teatrale assurdista, costretti a un’eterna attesa senza una soluzione certa. Oltre all’assurdità intrinseca della vita pandemica, che sicuramente ispirerà sceneggiatori e registi per anni a venire, l’analogia con l’opera teatrale si concentra sulla dilazionata disponibilità delle dosi. Inizialmente Pfizer, poi Moderna, AstraZeneca (per i più giovani), e ora il vaccino Johnson & Johnson, approvato negli USA, oggetto di scherzi online per la sua provenienza dalla stessa azienda di un noto prodotto per l’infanzia, e lo Sputnik russo, anch’esso bersaglio di ironia, hanno popolato le cronache. Gli esperti, pur possedendo una laurea in medicina, affermano che la vaccinazione resta l’unica arma per debellare la pandemia che ci affligge da oltre un anno. Tuttavia, la dipendenza dall’estero per la produzione rallenta il processo. Il personale sanitario ha ricevuto la priorità, così come molti ultraottantenni. Ma gli altri? Continuano ad aspettare, come in un’attesa senza fine. A marzo, stando ai dati ministeriali, si prospettano dieci milioni di dosi, il doppio rispetto al periodo da fine dicembre ad oggi. AstraZeneca ha confermato le cinque milioni di dosi previste e ha annunciato ulteriori venti milioni entro aprile-giugno. Nel frattempo, la preoccupazione per le varianti, in particolare quella inglese, e la loro possibile resistenza ai vaccini esistenti, sale tra gli specialisti. Le amministrazioni locali, invece, si concentrano sulla ricerca di sedi ottimali per i centri vaccinali. Esempi concreti sono il PalaCoscioni a Nocera Inferiore, il PalaMangano a Scafati e il cinema La Fenice a Pagani: le strutture sono pronte, ma mancano i “protagonisti” principali. Come i personaggi dell’opera teatrale, siamo costretti ad attendere, sperando che, a differenza della finzione drammatica, i vaccini arrivino effettivamente, restituendoci la speranza di uscire da questa pandemia.