Il nuovo governo è al lavoro, in collaborazione con il Comitato Tecnico Scientifico, per definire il prossimo decreto, atteso entro il fine settimana, che sostituirà quello attualmente in vigore fino al 5 marzo. Sebbene Lega e Partito Democratico abbiano sollecitato aperture controllate, la linea sembra orientata verso un approccio prudenziale, con eventuali allentamenti delle misure solo a fine marzo o dopo Pasqua. La preoccupazione principale rimane la diffusione delle varianti virali e il rischio di una terza ondata. Pertanto, si abbandona l’ipotesi di un decreto più permissivo. Le restrizioni, dunque, saranno in gran parte confermate: in zona gialla, bar e ristoranti manterranno l’orario di chiusura alle 18:00; cinema e teatri resteranno chiusi, nonostante le proposte di protocolli di sicurezza presentate dal settore. Per le attività sportive, palestre e piscine potranno riaprire esclusivamente nelle zone bianche (con un tasso di incidenza inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti). Il sistema di classificazione per colori (giallo, arancione, rosso e bianco) viene integrato con una nuova categoria: l’arancione scuro. Questa nuova fascia prevede, oltre alle limitazioni dell’arancione, la chiusura obbligatoria di tutte le scuole nelle aree ad alto rischio ma con dati epidemiologici complessivamente positivi. Inoltre, le restrizioni imposte per singoli comuni rossi si estenderanno ai centri limitrofi. Per ora, è stata esclusa la possibilità di una zona arancione a livello nazionale. Infine, per evitare possibili controversie, il passaggio tra le diverse colorazioni avverrà di lunedì anziché di domenica, salvaguardando così, almeno nelle zone gialle, i pranzi domenicali al ristorante. Il divieto di spostamento tra regioni, salvo comprovate necessità, rimarrà in vigore fino al 27 marzo.
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