L’ascesa di Renzi, il declino del PD e del M5S, e il possibile riscatto di Salvini

L’accettazione, pur con riserve, dell’incarico di formare il nuovo governo da parte di Mario Draghi potrebbe finalmente porre fine alla complessa situazione politica che ha caratterizzato l’intera legislatura. L’influenza di Matteo Renzi, figura chiave di questo periodo, è stata determinante, segnando i tempi e le modalità degli eventi. Inizialmente, ostacolando le trattative tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ancora mentre ne faceva parte, ha favorito l’alleanza tra quest’ultimi e la Lega, contribuendo alla nascita del primo governo Conte. Successivamente, la sua disponibilità a formare un governo con il M5S, giustificata dalla necessità di impedire a Salvini, che aveva richiesto pieni poteri, di ottenere la vittoria elettorale, è stata seguita dalla creazione di un nuovo partito, dopo il cambio al vertice del PD con Zingaretti, per assicurarsi un ruolo autonomo nel governo Conte bis. Infine, le recenti azioni di Renzi hanno causato prima la caduta del governo Conte bis e poi impedito la sua ricostituzione, distruggendo l’alleanza tra M5S e PD e neutralizzando la figura che avrebbe potuto guidare la coalizione nelle prossime elezioni. Ne emerge l’incapacità politica del PD e del M5S, vittime della propria retorica e dell’arroganza di Conte, che non solo non hanno saputo contrastare l’azione di Renzi nei momenti cruciali della legislatura, ma neppure hanno compreso le sue reali intenzioni, dovendosi così adeguare alle sue mosse. L’aspetto più interessante è però l’evoluzione della situazione per la Lega e il suo leader, Matteo Salvini. Dopo essere stato dipinto come una minaccia per le istituzioni e per l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea, Salvini ha ora l’opportunità di dimostrare le proprie capacità di statista, sostenendo il governo Draghi con un’astensione o un “appoggio esterno”, mostrando un volto europeista contribuendo al Next Generation EU e riabilitandosi a livello istituzionale, partecipando anche all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Questa strategia, sostenuta da tempo dall’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, prevede una Lega moderata, cardine del sistema politico italiano e protagonista sulla scena europea, con un’eventuale adesione al Partito Popolare Europeo. Se questa prospettiva si concretizzerà o resterà irrealizzabile, lo diranno i prossimi giorni.