Il Caos Scolastico: Tra Presenza e Distanza, un Dibattito Surreale

Il Caos Scolastico: Tra Presenza e Distanza, un Dibattito Surreale

L’acceso dibattito sulla didattica in presenza o a distanza ha raggiunto livelli grotteschi. Mentre molti auspicano il ritorno in classe, pur con le dovute misure di sicurezza, altri propugnano la didattica a distanza come unica soluzione per la salvaguardia degli studenti. L’Associazione Italiana Vittime Emergenza Covid (Aivec), ad esempio, ha lanciato un appello, addirittura annunciando un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per la presunta violazione dei diritti fondamentali a causa delle misure emergenziali. Si assiste così a un’inutile confusione di competenze: esperti improvvisati si pronunciano su argomenti che non conoscono, generando solo ulteriore disorientamento. La recente polemica sui banchi a rotelle ne è un esempio lampante: prima si invocava la riapertura per contrastare l’isolamento sociale, poi, con la ripresa delle lezioni in presenza, si reclama la didattica a distanza per motivi di salute. Chi sostiene quest’ultima soluzione, ignora palesemente le difficoltà tecniche riscontrate: problemi di connettività, mancanza di dispositivi elettronici nelle famiglie meno abbienti, rischi per la privacy e cyber-insicurezza, per citarne solo alcuni. Nel frattempo, alcuni consiglieri regionali, come Nunzio Carpentieri, sollecitano il governatore Vincenzo De Luca a confermare la ripresa delle lezioni in presenza, mentre l’Aivec, con un comunicato stampa dall’evidente sapore di strategia legale, afferma che molti genitori, attraverso petizioni e iniziative locali di monitoraggio dei contagi, chiedono l’adozione della didattica a distanza, impugnando anche le ordinanze che impongono la presenza a scuola. Fortunatamente, come ammesso dalla stessa associazione, i ricorsi presentati non hanno ricevuto alcun seguito istituzionale. La situazione, in definitiva, appare surreale e irrisolta.