Un’antica usanza tramandata dalle nonne, la pratica di “‘o vota seggia” era diffusa in alcune regioni fino agli anni ’60, tanto quanto il noto rito de “l’uocchie” per allontanare il malocchio. Chi ha familiarità con questo incantesimo? Le generazioni più anziane, certamente quelle nate agli inizi del Novecento, ricordano la pratica che, secondo la credenza popolare, poteva influenzare la volontà di un individuo. Lo scopo delle “votate”, ossia delle rotazioni della sedia, era di sottomettere la vittima designata al desiderio del richiedente.
Questo rituale, conosciuto anche come “rito della sedia di paglia”, veniva spesso utilizzato per suscitare amore. Consisteva nel far ruotare rapidamente una sedia, afferrata per un pomello, su un solo piede, mentre si recitavano a bassa voce formule segrete. “Vota seggia, vota legno, vota paglia…”, iniziava l’incantesimo. La parte restante era gelosamente custodita; rivelarla, senza ottenere il risultato sperato, poteva attirare un maleficio sulla persona che l’aveva svelata.
La scelta della sedia era altrettanto importante: doveva essere una sedia di paglia, proveniente da una chiesa o da una sagrestia. Una forchetta veniva conficcata nella paglia al termine delle rotazioni, prima di lasciar cadere la sedia. Il rito si svolgeva di notte, quando, secondo le credenze popolari, le difese della “vittima” erano più deboli.
Conosciuto anche come “‘u chiamu d’a seggia” (il richiamo della sedia) in Sicilia, dove addirittura si contendono la sua origine, l’efficacia di questo incantesimo rimane un mistero, visto il silenzio discreto di chi lo commissionava.
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