Il Maccu di Fave: Afrodisiaco Antico e Delizia Siciliana

Questa semplice ma squisita pietanza, nota fin dall’antica Grecia, ha radici in Oriente. Le fave, ingrediente principale, erano considerate nel mondo ellenico cibo dei defunti, dunque impuro. Pitagora proibì ai suoi discepoli persino di avvicinarsi a questo legume. Ironia della sorte, Aristofane narra nelle sue “Rane” che Ercole, cresciuto a base di maccu di fave, vantava straordinarie prestazioni fisiche. Il nome deriva dal tardo latino “maccare” (schiacciare), che ricorda Maccus, personaggio delle commedie romane, sempre intento a mangiare e a combinare guai, un antenato di Pulcinella. A Siracusa, il maccu è una zuppa di legumi, piatto tipico della festa di San Giuseppe; nel Palermitano, “maccu faviani”, spesso raffreddato, affettato e fritto; a Catania, “maccu virdi”, servito con spaghetti spezzati e un filo d’olio crudo (da qui l’espressione “cogghiri l’ogghiu supra ‘u maccu”, per descrivere un avaro). Un tempo, le massaie contadine preparavano questo piatto povero ma nutriente e saporito per i loro mariti. Ecco la ricetta del “maccu virdi” per quattro persone: mezzo chilo di fave secche sgusciate, 400 grammi di spaghetti spezzati, una cipolla, due mazzetti di finocchietto selvatico (o semi), olio extravergine di oliva, sale e pepe nero. Lasciate le fave in ammollo in acqua leggermente salata per una notte. Il giorno dopo, fatele cuocere a fuoco medio in acqua con la cipolla affettata, sale e pepe. Dopo circa un’ora, aggiungete il finocchietto tritato (o i semi) e continuate la cottura, mescolando spesso. A cottura ultimata, schiacciate le fave con una forchetta, lasciandone qualcuna intera. Cuocete a parte gli spaghetti, scolateli al dente e uniteli alle fave, aggiungendo qualche cucchiaio dell’acqua di cottura. Mescolate fino a cottura ultimata, quindi condite con olio extravergine di oliva e servite. Buon appetito!