A Napoli, il 16 dicembre, il sangue di San Gennaro ha disatteso le aspettative, rimanendo inspiegabilmente solido. Questo evento, il terzo mancato miracolo dell’anno dopo maggio e settembre, ha sorpreso i fedeli e gli officiati, tra cui monsignor Vincenzo De Gregorio, all’interno della Cattedrale. La liquefazione, tradizionalmente osservata tre volte l’anno – il 19 settembre (anniversario del martirio), il sabato precedente alla prima domenica di maggio (celebrazione della traslazione delle reliquie) e il 16 dicembre (ricorrenza del miracolo “laico” del 1631, quando si evitò l’eruzione del Vesuvio grazie alla processione con l’ampolla del sangue sul ponte dei Granili, oggi Maddalena) – non si è verificata. Nella cultura napoletana, dove sacro e profano si intrecciano, la mancata liquefazione è storicamente associata ad eventi funesti per la città, come l’epidemia di colera del 1973 e il sisma in Irpinia del 1980. Nonostante ciò, le celebrazioni liturgiche sono proseguite regolarmente. L’ampolla, dopo la messa mattutina, è stata riposta nella cassaforte della cappella del tesoro, con la speranza di assistere alla liquefazione nei tentativi successivi previsti alle ore 16:30 e 18:30.
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