La popolazione italiana: un quadro demografico in evoluzione

A dicembre 2020, l’Italia contava 59.641.488 residenti, di cui oltre 5 milioni e 40 mila stranieri, pari all’8,4% del totale. Questo dato, desunto dalle analisi Istat sui censimenti del 2018 e 2019, evidenzia una crescita esponenziale rispetto al 2001, quando gli stranieri rappresentavano una quota significativamente inferiore. Il numero di cittadini stranieri si avvicina a quello dei residenti in Sicilia e supera di poco quello della Campania. La composizione per genere vede una leggera prevalenza femminile (51,7% contro 48,3% maschile), mentre i minorenni costituiscono poco più del 20% della popolazione totale. Tra gli stranieri, i rumeni rappresentano la più cospicua comunità (22,7%), seguiti da albanesi (8,4%), marocchini (8,2%) e cinesi (5,7%). Dal 2001 al 2019, si è registrato un incremento del 277,5% della popolazione straniera (3.704.748 individui in più), a fronte di una diminuzione di 1.059.004 italiani. Questo dato assume rilevanza considerando l’elevato rapporto tra anziani e giovani (5 anziani per ogni bambino), mettendo in luce il contributo degli stranieri (regolarmente impiegati) al sistema pensionistico nazionale. Altre informazioni tratte dal report Istat includono il numero di ultracentenari (14.808), le disparità regionali nel tasso di alfabetizzazione e laureati, e la distribuzione demografica tra aree urbane, costiere e montane. Roma si conferma il comune più popoloso (2.808.2936 abitanti), mentre Morterone (provincia di Lecco) il meno popoloso (30 abitanti). La maggior parte della popolazione (49,1%) risiede in pianura o lungo le coste, mentre solo una piccola percentuale (9,9%) vive in alta montagna.