Ricordo di Veronica: un omaggio commosso

Ricordo di Veronica: un omaggio commosso

In questo piccolo omaggio poetico, dedicato ai lettori del Risorgimento Nocerino, voglio ricordare Veronica Stile, la giovane avvocatessa la cui improvvisa scomparsa, alla fine di novembre, ci ha profondamente colpiti. Sono trascorse poche settimane, e già mi manca il suo sorriso, quello di una ragazza dal cuore puro, che contemplava con meraviglia le bellezze del mondo. Il dolore mi attanaglia, il mio cuore è oppresso da una profonda tristezza. Le giornate appaiono più cupe senza la sua voce. Anche il prossimo Natale sarà diverso, ma penserò a lei, immaginandola nella luce divina. Dedico anche queste parole a mia zia Ninà, un nome dolce, appreso nell’infanzia. Invano cerco la sua presenza sul balcone vuoto. Ma non temo la morte; sono certo che Veronica mi ha preparato un’accoglienza serena. Ricordo poi i miei compagni di scuola, ormai avanti negli anni. Due di loro non ci sono più, ma gli altri, ogni mattina, si salutano con un “Buongiorno, guagliù”, un saluto semplice ma carico di significato, un legame che resiste al trascorrere del tempo. Anche se può sembrare una sciocchezza agli altri, per noi è prezioso. Anche dopo sessant’anni, ci ritroviamo sui banchi di scuola, come se i nostri aquiloni danzassero ancora in un cielo limpido, e la gioia di quei giorni risplende nei nostri ricordi. Ogni mattina, alle sei… “Buongiorno, guagliù”. Buongiorno. Nella quiete notturna, poco prima dell’alba, un suono mi accompagna: il ticchettio di una macchina da cucire, come quella che mia nonna, una sarta, usava cento anni fa per confezionare abiti in casa. Poi, un altro rumore dalla cucina, che spezza il silenzio e mi fa riflettere. So che questi rumori sono le presenze delle persone care che non ci sono più, ma che vegliano su di noi, vicine, sempre presenti, a un passo da noi.