Il Rapporto Svimez 2020: Disuguaglianze Nord-Sud e Prospettive di Recupero

Il Rapporto Svimez 2020: Disuguaglianze Nord-Sud e Prospettive di Recupero

La presentazione del rapporto annuale Svimez, tradizionalmente diffuso dal 1974, si è svolta ieri in modalità digitale a causa dell’emergenza sanitaria. L’evento, moderato dal giornalista Giorgio Zanchini, ha visto la partecipazione del direttore generale e del presidente della Svimez, degli economisti Luca Bianchi e Adriano Giannola, dell’economista Lucrezia Reichlin, del ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano e del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Zanchini ha introdotto il documento come fondamentale per una possibile svolta decisiva nella ricostruzione post-Covid, sottolineando l’inevitabile disparità economica nazionale e il persistente divario tra l’Italia e l’Europa, oltre che tra il Sud e il Centro-Nord. Bianchi ha evidenziato la crescita del PIL italiano, inferiore alla metà della media europea, e la crescita del PIL meridionale dimezzata rispetto a quella centro-settentrionale. Il Mezzogiorno, già penalizzato da disuguaglianze nell’accesso a lavoro, trasporti, istruzione e sanità, subirà un impatto occupazionale negativo, particolarmente grave per giovani e donne, con la potenziale perdita di 280.000 posti di lavoro. Bianchi ha inoltre messo in luce la sproporzione negli stanziamenti per i servizi socio-educativi per la fascia 0-2 anni (280 euro al Sud contro 1500 al Centro-Nord), mentre Reichlin ha definito “vergognoso” il numero di scuole meridionali chiuse durante la pandemia, sottolineando l’impossibilità di una ripresa senza un’adeguata formazione. Giannola ha sottolineato la necessità di una visione strategica in relazione all’Europa, evidenziando il ruolo cruciale del Sud e del Mediterraneo per il continente e ribadendo che il Recovery Fund non deve essere inteso come semplice assistenza, ma come investimento. Provenzano ha evidenziato come la pandemia abbia aggravato le storture del modello di sviluppo italiano, sottolineando la necessità di un approccio nazionale che parta dal Sud e promuova investimenti pubblici e privati, con particolare attenzione all’occupazione giovanile e femminile, attraverso misure come la decontribuzione per le assunzioni di giovani under 35 e la riduzione del costo del lavoro del 30%. Conte, infine, si è impegnato a contrastare le disuguaglianze di spesa e servizi, lavorando per ridurre “il fenomeno della cittadinanza limitata”, affermando che il Governo continuerà a considerare il Sud un motore essenziale per la ripresa nazionale.