Il furto dei soccorsi dopo il terremoto del 1980 a Nocera Superiore

Il furto dei soccorsi dopo il terremoto del 1980 a Nocera Superiore

Meno di 40 giorni dopo il devastante sisma del 1980, il magazzino di aiuti umanitari di Nocera Superiore straripava di viveri, tende e indumenti. Tuttavia, sotto il manto oscuro della notte, un’azione vergognosa ebbe luogo. Un consigliere comunale, un maresciallo dei carabinieri e diversi dipendenti comunali si impossessarono di beni di prima necessità, caricandoli sulle proprie auto indisturbati. Ricordo bene quella notte del 23 novembre, avevo appena 21 anni e mi trovavo a Salerno, in attesa del filobus. Il terremoto mi colse di sorpresa; mentre la terra tremava sotto i miei piedi, i lampioni ondeggiavano come se fossero impazziti, e le auto zigzagavano per la strada. La paura e la confusione regnavano sovrane. Fortunatamente, mio cugino mi portò a casa in auto. Il mio palazzo a Nocera Superiore era gravemente danneggiato, con il terzo piano letteralmente sventrato. La scena di distruzione era sconvolgente: edifici crollati, morti e disperazione ovunque. Andai a San Pietro, dove avevo una parente, e vidi la casa del mio amico Gerardo, distrutta, i suoi genitori deceduti e lui in stato di shock. L’officina di Raffaele Basile, un noto preparatore di auto, era stata rasa al suolo. Poco dopo iniziai a lavorare al Centro di soccorso di Nocera Superiore, un’esperienza straziante tra l’avidità di alcuni e la disperazione dei senzatetto. Il bilancio delle vittime fu pesante: 34 morti a Nocera Inferiore e 17 a Nocera Superiore. La memoria di queste persone è stata ulteriormente offesa da un atto spregevole. I soccorsi accumulati nella palestra della scuola elementare “Settembrini” furono saccheggiati di notte da un gruppo di individui, tra cui riconosci i volti del consigliere, del maresciallo e di alcuni impiegati. Fui costretto al silenzio sotto minaccia e quell’immagine indelebile continua a turbarmi profondamente.