Il Presidente dell’Istituto Italiano Anticorruzione avverte: I dati online, un tesoro per i malintenzionati

Il Presidente dell’Istituto Italiano Anticorruzione avverte: I dati online, un tesoro per i malintenzionati

L’avvocato Federico Bergaminelli, presidente dell’Istituto Italiano Anticorruzione, lancia un allarme sulla vulnerabilità degli utenti dei social media, evidenziando come la condivisione sconsiderata di informazioni personali apra le porte a gravi rischi. Ricorda le parole di Raffaele Cantone, ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, nel suo libro “Il Male Italiano”, che descrive il funzionamento di alcuni uffici pubblici italiani come un sistema basato sul pagamento per ottenere servizi. Bergaminelli sottolinea come la corruzione, derivante dal latino “corrumpere” (guastare, alterare, contaminare), sia un fenomeno più diffuso in paesi con burocrazie inefficienti e pesanti, come l’Italia, dove la scarsa percezione delle regole spinge alla ricerca di scorciatoie illecite. L’evoluzione della corruzione, dal tradizionale “dono” allo scambio di favori, è passata attraverso diverse fasi. Dalla “mazzetta” fissa del periodo di Mani Pulite, si è giunti al “Fenomeno Mose”, con imprenditori che negoziano tangenti in blocco. Oggi, si assiste a una corruzione più sofisticata, con leggi ad hoc create per favorire illeciti arricchimenti a danno dei contribuenti, e alla corruzione per asservimento, dove il pubblico ufficiale garantisce protezione al corruttore in cambio di favori. Bergaminelli conclude affermando che i dati personali condivisi sui social media rappresentano la nuova risorsa preziosa per i criminali, paragonandoli al “petrolio del terzo millennio”. La mancanza di consapevolezza riguardo alla privacy online espone gli utenti a pericoli a lungo termine, con le loro azioni virtuali che potrebbero condizionare il loro futuro.