Sentenza epocale a Frosinone: Dpcm anti-Covid dichiarati illegittimi

Una sentenza del Giudice di Pace di Frosinone, emessa a luglio dal magistrato Emilio Manganiello, ha suscitato un acceso dibattito nazionale. La decisione, che ha annullato una multa inflitta a un cittadino per violazione delle restrizioni durante il lockdown, afferma l’illegittimità della dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio e la conseguente incostituzionalità dei Dpcm (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri). Il caso trae origine da una contravvenzione elevata per spostamento non giustificato durante il periodo di confinamento. Il giudice Manganiello ha fatto riferimento alla legge 2248 del 1865, sostenendo che gli atti amministrativi, come i Dpcm, devono conformarsi alla legge per avere validità. Poiché i Dpcm non rappresentano leggi, ma atti amministrativi di rango inferiore, la loro applicazione nel caso specifico è stata ritenuta illegittima. La sentenza sottolinea che la legge che autorizza la dichiarazione di stato di emergenza è applicabile solo in caso di calamità naturali (terremoti, alluvioni, ecc.) o eventi calamitosi di origine antropica. La pandemia da Coronavirus, secondo il giudice, non rientra in queste categorie. La Costituzione, inoltre, prevede solo l’ipotesi di stato di guerra (articoli 78 e 87) per conferire al Governo poteri straordinari. L’adozione di Dpcm anziché di Decreti legge o legislativi, strumenti previsti dalla Costituzione, è stata giudicata illegittima. Secondo Manganiello, le restrizioni alla libertà personale imposte dai Dpcm, quali il lockdown, non hanno una solida base legislativa e violano l’articolo 13 della Costituzione, che prevede che le limitazioni della libertà personale possono essere disposte solo tramite atto motivato dell’autorità giudiziaria. Similmente, le limitazioni alla libertà di circolazione per motivi sanitari (articolo 16 della Costituzione) devono essere circoscritte a specifiche aree, a differenza delle misure generali imposte dai Dpcm. La decisione, che per ora riguarda solo il caso specifico, ha sollevato interrogativi sulle potenziali conseguenze a livello nazionale. Il Prefetto di Frosinone ha già annunciato ricorso in appello.