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La scomparsa del “Medico dei poveri” egiziano

Il 28 luglio, si è spento serenamente Muhammad Mashalye, stimato medico egiziano, universalmente riconosciuto come il “Dottore dei poveri”, paragonabile per altruismo e dedizione al beato Giuseppe Moscati. La sua scomparsa ha suscitato profondo cordoglio in Egitto e nel mondo arabo. Laureatosi con il massimo dei voti al Qasr Al-Aini Medical College nel 1967, Mashalye assunse la responsabilità della sua famiglia dopo la morte del padre, dedicandosi a un duro lavoro nelle campagne egiziane. Un tragico evento, la perdita di un bambino per l’impossibilità della famiglia di procurargli le cure necessarie, segnò una svolta decisiva nella sua vita, indirizzandolo verso il servizio ai più bisognosi. Per oltre cinquant’anni, il dottor Mashalye ha offerto assistenza medica gratuita ai poveri della sua comunità, senza distinzione di fede religiosa – musulmani e cristiani copti ricevevano le sue cure nella sua umile clinica. Accettava compensi solo da pazienti economicamente agiati, spesso meno di un dollaro, e spesso integrava le sue prestazioni con donazioni in denaro per l’acquisto di medicinali. La sua piccola clinica era quotidianamente affollata da decine di persone in cerca di aiuto. Dalle 9 alle 19, per dieci ore al giorno, il dottor Mashalye si dedicava instancabilmente alla cura dei suoi pazienti. Anche superati gli ottant’anni, rifiutava l’uso di auto e telefono cellulare, percorrendo a piedi il tragitto casa-clinica. Un ricco benefattore del Golfo, commosso dalla sua storia, gli offrì ventimila dollari e un’automobile, ma, al suo ritorno in Egitto, scoprì che il dottore aveva venduto il veicolo per acquistare attrezzature mediche e farmaci, continuando a donare parte dei soldi ricevuti ai suoi pazienti indigenti. Mashalye spiegò la sua scelta con queste parole: «Dopo la laurea, capii il sacrificio di mio padre per farmi diventare medico. Promisi a Dio di non accettare denaro dai poveri e di dedicare la mia vita al servizio del prossimo, indipendentemente dalla sua origine o credo». Un uomo che ha dedicato la propria esistenza al sollievo delle sofferenze altrui, un esempio di abnegazione e compassione.

Redazione

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