I Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un’importante operazione antidroga, culminata con l’arresto di 26 persone nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. L’operazione, denominata “Servitium” – un riferimento alla terminologia criptata utilizzata dal gruppo – ha coinvolto circa 200 militari, supportati da elicotteri e unità cinofile, impegnati in un’azione coordinata nelle province di Salerno, Avellino e Firenze. L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, ha colpito un’organizzazione criminale transnazionale accusata di traffico internazionale di stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso. Gli indagati, a vario titolo, sono imputati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish, marijuana e amfetamine), detenzione e porto abusivo di armi, minacce, danneggiamento, incendio, sostituzione di persona, utilizzo di documenti falsi e ricettazione. Le indagini, avviate nel giugno 2017 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Salerno, hanno svelato un’organizzazione con ruoli ben definiti e un’estesa rete di contatti in Albania e Olanda. L’inchiesta, condotta mediante tecniche investigative tradizionali e attività di osservazione, ha incontrato notevoli difficoltà a causa dell’utilizzo di tecniche di occultamento da parte degli indagati, inclusi l’uso di schede telefoniche intestate a ignari soggetti e di smartphone difficilmente intercettabili. Il sequestro di circa 2 kg di cocaina ha contribuito a smantellare un traffico che generava un fatturato mensile stimato intorno ai 100.000 euro. Figure di spicco come Alfredo Cuozzo e Sabato Di Lascio, noti per precedenti reati, emergevano come capi dell’organizzazione, imponendo il loro controllo sul territorio con minacce e violenza, arrivando perfino all’incendio di veicoli. L’indagine ha inoltre coinvolto Ciro Persico, esponente di un noto gruppo criminale salernitano, e i fratelli Carmine e Vito De Feo, legati al clan De Feo di Bellizzi. Fiorenzo Parotti, detto “Biondo” o “Tiger”, fungeva da intermediario, collegando il gruppo acernese a fornitori albanesi. L’operazione ha portato all’arresto in flagranza di due persone.
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