Dal 4 maggio, l’Italia intraprende una fase di transizione, definita “1.5”, verso la completa ripresa delle attività. Le limitazioni permangono, ma alcune restrizioni vengono allentate. Le visite ai familiari sono nuovamente consentite, purché mantenendo una distanza di sicurezza e indossando dispositivi di protezione individuale. Ogni forma di assembramento, sia pubblico che privato, resta severamente proibita, lasciando ai sindaci il potere di chiudere parchi e giardini qualora non sia possibile garantire il rispetto delle norme. Gli spostamenti all’interno della propria regione sono permessi solo per motivi urgenti, con obbligo di autocertificazione; gli spostamenti interregionali restano limitati alle sole necessità impellenti. I funerali possono essere celebrati, preferibilmente all’aperto, con un massimo di quindici partecipanti, suscitando perplessità nella Conferenza Episcopale italiana riguardo alla limitazione del culto religioso. L’uso delle mascherine diventa obbligatorio in tutti gli spazi chiusi aperti al pubblico e nei mezzi di trasporto, nonché in tutte le situazioni dove non sia possibile mantenere costante il distanziamento fisico. Sono esenti dall’obbligo i bambini sotto i sei anni. Il prezzo delle mascherine chirurgiche è stato regolamentato, con un limite di 50 centesimi al netto dell’IVA, la quale sarà abolita su questo bene di prima necessità. Le attività manifatturiere e il commercio all’ingrosso riprendono gradualmente, anticipando la riapertura dei negozi al dettaglio fissata per il 18 maggio. Regole stringenti disciplineranno sia i clienti che i commercianti, così come l’utilizzo dei mezzi pubblici. Bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti dovranno attendere il 1° giugno per riaprire, rispettando rigorosamente le distanze di sicurezza e limitando il numero di clienti in base alla capienza del locale e al numero di personale. Cinema, teatri, concerti, spettacoli e manifestazioni sportive restano sospesi, mentre riprendono gli allenamenti sportivi per professionisti e dilettanti, a porte chiuse, in attesa di un’eventuale ripresa dei campionati.
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