Proverbi di Nocera Inferiore: un’eredità di saggezza popolare

La tradizione orale nocerina custodisce un prezioso patrimonio di proverbi, brevi insegnamenti tramandati di generazione in generazione, riflettendo usi, costumi e mentalità del passato. Questi detti popolari, spesso utilizzati fino alla fine del secolo scorso, offrono uno spaccato vivido della vita quotidiana a Nocera Inferiore. Tra i più conosciuti, “N’ zurate a Nucera e mmaritate ‘e Pavane”, consiglia di scegliere una sposa nocerina, apprezzata per le sue qualità domestiche, e uno sposo paganese, reputato per fedeltà e laboriosità. Un altro esempio, legato al mondo sportivo, è “Ci rifaremo a Policoro”, nato da una sconfitta della Nocerina nel campionato di serie D del ’67-’68 e divenuto simbolo della imprevedibilità delle competizioni. Nel campo culinario troviamo “Tu si ‘na pastenaca ‘e Nucera”, espressione usata per indicare una persona ingenua o sciocca. Anche il meteo ha la sua proverbiale espressione: “Quanno Montalbino se mette ‘o cappiello, ‘e nuceres pigliano ‘o ‘mbrello”, preannunciando pioggia all’oscurarsi del monte Montalbino. L’aspetto economico-sociale è rappresentato da “Cca’ ‘a pezza e cca’ ‘o sapone”, riferito al baratto tra massaie e rigattieri ambulanti, spesso provenienti da Pagani, che scambiavano stracci per sapone. Il proverbio “Me pare a signora Scarfata”, allude alle donne dell’agiata famiglia Scalfati, usato per indicare donne affettate o snob. Infine, “Sciore ‘e papagne, iamme a li Vagne” richiama la festa della Madonna di Bagni, a cui si partecipava a giugno, quando fioriscono i papaveri. Questi proverbi, frammenti di saggezza popolare, rappresentano una preziosa testimonianza delle tradizioni e della cultura di Nocera Inferiore, offrendo preziose intuizioni sul modo di vivere e pensare delle generazioni passate.