Bambini e Coronavirus: tre prospettive

Bambini e Coronavirus: tre prospettive

Il desiderio di tornare alla normalità si scontra con la necessità di rimanere a casa. Attraverso le parole di piccoli testimoni, proviamo a comprendere la pandemia. La nostra iniziativa di ieri, che ha raccolto le testimonianze infantili sul Coronavirus, ha ottenuto un buon riscontro. Invitiamo chiunque desideri condividere i pensieri dei propri figli o nipoti a inviarci un messaggio sulla pagina Facebook “Il Risorgimento Nocerino”. Gennaro, di cinque anni, descrive il Coronavirus come un minuscolo mostro invisibile ad occhio nudo, che provoca malattie ma, se restiamo a casa, non ci colpirà. La parte positiva, per lui, è la vicinanza dei genitori. Al termine dell’emergenza, sogna di tornare al mare, in piscina, al parco giochi e all’asilo. Camilla, della stessa età, afferma con saggezza che il virus, costituito da germi nocivi, deve sparire. Spiega le misure di prevenzione: lavarsi le mani, mantenere le distanze, evitare i contatti fisici e chiamare il medico in caso di malattia. Esprime la sua nostalgia per il parco giochi, il cinema e le sue maestre, in particolare Maria Pia e Carla, pur apprezzando i momenti di gioco con la sorella. Ilenia, infine, descrive il Coronavirus come una malattia contagiosa che richiede l’uso delle mascherine, anche se lei stessa non esce. Il padre, invece, lavora in macchina. Il suo più grande desiderio è che tutto finisca presto per poter tornare al mare, passeggiare e andare in bicicletta con la famiglia.