Un’indagine della Guardia di Finanza di Salerno, sotto la direzione del pubblico ministero Davide Palmieri, ha portato alla luce un sistema di appropriazione indebita di fondi pubblici che ha coinvolto la municipalizzata GESEMA srl e altre entità, tra cui la Rota Gas e il teatro comunale. Il procedimento, notificato dal Tribunale di Nocera Inferiore, accusa diversi individui, non ancora identificati pubblicamente, di bancarotta fraudolenta. La GESEMA, dichiarata fallita il 7 febbraio 2017, lascia un buco di circa due milioni di euro tra imposte e contributi non versati, aggravando ulteriormente le accuse a carico degli imputati. La società, interamente controllata dal Comune di Mercato San Severino, gestiva servizi essenziali come la raccolta rifiuti e la manutenzione del patrimonio comunale, senza alcuna gara d’appalto. Le indagini hanno rivelato che, a partire dal 2010, la GESEMA ha subito una grave perdita di capitale a causa dei mancati pagamenti da parte del Comune stesso, unico cliente dei servizi offerti. In sostanza, l’ente usufruiva dei servizi senza corrispondere il dovuto, accumulando debiti e impiegando le risorse risparmiate per scopi non legati all’attività della società, verosimilmente per fini politici. Questa pratica, protrattasi per anni, è avvenuta tramite operazioni illecite descritte nell’atto d’accusa e la falsificazione dei bilanci. Tra le irregolarità evidenziate vi sono contratti di factoring su crediti inesigibili verso il Comune, con aggravio di costi, e una fittizia ricapitalizzazione tramite immobili di proprietà comunale (strutture scolastiche) inutili all’attività della GESEMA. Inoltre, è emersa la cessione a prezzo irrisorio delle quote della Rota Gas srl alla Italtrading SPA, già insolvente, seguita da un’ulteriore cessione alla Libera Energia SPA, un’operazione sotto inchiesta a Milano. Anche la cessione gratuita del Nuovo Teatro Comunale alla Fondazione Teatro Comunale Mercato San Severino (priva di personalità giuridica) è sotto accusa, imputando alla GESEMA i costi di gestione senza alcun beneficio economico. Queste irregolarità sono state rilevate anche alla luce di altre indagini e dichiarazioni di collaboratori di giustizia presso la Procura di Salerno, che hanno fatto luce sulla gestione del Teatro Comunale da parte di Fabio Stornaiuolo (deceduto durante le indagini) e del suo cognato Luigi Giuseppe Cirillo, già coinvolti in un processo per trasferimento fraudolento di valori.
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