Il 12 luglio 2019, nel corso di una solenne cerimonia presso Palazzo della Consulta a Roma, in occasione del 167° anniversario della fondazione della Polizia di Stato, sono stati presentati i nuovi gradi distintivi. L’evento, al quale ha partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e altre alte personalità istituzionali, ha segnato un momento significativo per la forza di polizia. Dopo 38 anni, l’aggiornamento dei simboli riflette concretamente l’evoluzione dell’identità della Polizia di Stato come amministrazione civile a ordinamento speciale, incarnando appieno il suo motto: “sub lege libertas”. La legge 121 del 1981, che ne ha ridefinito lo statuto giuridico, segnando il distacco dal modello militare, ha aperto la strada a una maggiore inclusione (l’ingresso delle donne), a una specializzazione avanzata tramite selezioni più accurate e corsi di formazione mirati a profili professionali diversificati e alla riorganizzazione dei gradi, introducendo la figura dell’ispettore quale elemento di raccordo tra dirigenti e personale operativo. Questa trasformazione epocale necessitava di una rappresentazione tangibile, un segno che ricordasse il profondo significato di un processo lungo e complesso. I nuovi distintivi, progettati dall’esperto araldico professor Michele D’Andrea, adottati dall’intera forza di circa 98.000 agenti, integrano un design aggiornato dell’aquila, simbolo istituzionale centenario (il suo primo utilizzo risale al 1919 sulla divisa della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza). L’aquila, con ali spiegate, zampe divaricate ai lati di una coda stilizzata, testa rivolta a sinistra e ornata dalla corona murata a cinque torri e scudo sannitico con il monogramma RI sul petto, continua a rappresentare il legame identitario, il coraggio e la dedizione con cui i poliziotti operano quotidianamente a difesa dei diritti e delle libertà. A differenziare le varie qualifiche si aggiungono elementi inediti: una barra orizzontale rossa, simboleggiante la struttura portante di un edificio, per agenti e assistenti; un rombo dorato, evocativo della punta di una lancia, rappresentante il dinamismo operativo temperato dall’esperienza, per i sovrintendenti; una formella di stile gotico-rinascimentale, allusione alla bellezza e all’eleganza del patrimonio culturale italiano, per i funzionari. Infine, il diverso colore delle mostreggiature distingue le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le diverse attività professionali, mantenendo l’unitarietà dei distintivi.
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