Il Distretto Sarnese Vesuviano: Decisione del Consiglio Ignorata dal Direttore Generale

Il Distretto Sarnese Vesuviano: Decisione del Consiglio Ignorata dal Direttore Generale

Dopo mesi di stallo, il consiglio del distretto idrico Sarnese Vesuviano dell’Ente Idrico Campano si è riunito a Napoli. La seduta, successiva alla riconferma del coordinatore Felice Rainone, ha affrontato la questione cruciale della sede distrettuale, un punto irrisolto da quasi quattro anni, dalla promulgazione della legge regionale sul riordino del settore idrico. Il consiglio ha decretato che la sede dovrebbe essere situata in uno dei 76 comuni del territorio, selezionato entro trenta giorni sulla base di criteri di centralità, convenienza economica e accessibilità. Tuttavia, questa decisione è stata immediatamente vanificata da un’ordinanza del direttore generale dell’EIC, Vincenzo Belgiorno, che, a partire dal 2 maggio, imporrà il trasferimento temporaneo degli uffici presso la sede regionale in via De Gasperi a Napoli, dove risiede anche la direzione dell’Ente. Rappresentanti della Rete civica per l’acqua pubblica hanno definito la situazione “incredibilmente grave”, evidenziando l’unicità del caso Sarnese Vesuviano, unico distretto in Campania con gestione privata (Gori) a non avere una sede autonoma, contrariamente alla prassi adottata dagli altri distretti e all’ultima delibera del comitato esecutivo dell’Ente Idrico. Considerato che gli uffici distrettuali attualmente occupano spazi gratuitamente, l’iniziativa è stata accusata di essere un’azione antidemocratica volta a un de facto commissariamento. Si è auspicata, pertanto, l’immediata revoca dell’ordinanza da parte del direttore generale. Inoltre, su proposta del gruppo dei Comuni per l’acqua pubblica, è stata istituita una commissione per analizzare le controversie relative alle partite pregresse di Gori (122 milioni di euro, già respinte dal TAR Campania) e agli aumenti tariffari del 2012-2015. Questo gruppo di lavoro esaminerà le azioni intraprese durante il lungo periodo di commissariamento del disciolto Ato 3, proponendo approfondimenti necessari per una decisione definitiva che impatterà direttamente su un milione e mezzo di cittadini. Infine, nella prossima riunione, su suggerimento del coordinatore, verrà discussa una proposta per creare un team che valuti la possibilità di riportare il servizio idrico sotto gestione pubblica, in linea con il risultato referendario, con la premessa di raccogliere tutte le informazioni rilevanti sulla situazione attuale.