Categories: Cucina & Benessere

Delizie fritte: un viaggio culinario attraverso la storia

Sebbene il nome vari a seconda della regione, la ricetta di questo dolce rimane sorprendentemente uniforme. Le chiacchiere, note anche come bugie, frappe, frittole, cenci, lattughe, galani o cròstoli, sono le indiscusse regine del Carnevale. La loro preparazione è semplice e richiede pochi ingredienti basilari: farina, burro, uova e zucchero. Per un tocco aromatico, si può aggiungere una bevanda alcolica a scelta, a seconda delle tradizioni locali. Dopo la frittura, vengono spolverate generosamente con zucchero a velo, ma le varianti sono numerose: cioccolato fondente, miele, mascarpone o un goccio di alchermes sono solo alcune delle possibili guarnizioni. La semplicità degli ingredienti, la facilità di preparazione e il basso costo hanno contribuito alla diffusione capillare di questa delizia, tramandata di generazione in generazione lungo tutta la penisola italiana, e non solo. Infatti, varianti di questo dolce sono presenti in tutta Europa: in Francia le troviamo come oreillettes (orecchiette) o bugnes merveilles (meraviglie); in Spagna come orejas; in Germania come Svesiklenäter; in Ungheria come csöröge; in Polonia come chrusty o faworki, per citarne solo alcune. Le origini di queste golose frittelle risalgono addirittura all’antica Roma. Le ricostruzioni storiche suggeriscono che fossero preparate durante i Saturnali, festività analoghe al Carnevale moderno. In questo periodo di sontuosi banchetti, la frictilia, un dolce a base di uova e farina fritta nel grasso di maiale, era particolarmente popolare. Anche Apicio, rinomato gastronomo dell’epoca, nel suo “De re coquinaria” descrive la preparazione di dolci simili alle chiacchiere: «Frittelle a base di uova e farina, fritte nello strutto e poi immerse nel miele». Anche la tradizione partenopea contribuisce alla leggenda delle chiacchiere, narrato che una regina di Casa Savoia commissionò al suo cuoco di corte un dessert da gustare durante i suoi chiacchierati ricevimenti pomeridiani; da qui il nome.

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