La Chiesa di Nocera Inferiore prende distanze da un parroco coinvolto in un processo

L’autorità religiosa della diocesi di Nocera e Sarno, monsignor Giuseppe Giudice, ha rilasciato una dichiarazione durante il processo “Un’altra storia”, prendendo le distanze da don Alfonso Santoriello. Il prelato, testimone nel procedimento giudiziario che coinvolge, tra gli altri, don Santoriello, Carlo Bianco e Ciro Eboli, ha descritto la sua reazione alle insistenti richieste del sacerdote, asserendo di aver perso la pazienza a causa del suo atteggiamento pressante. Ha inoltre specificato di non aver mai incontrato il sindaco Manlio Torquato per discutere di questioni correlate al caso, limitandosi a una telefonata che lo lasciò perplesso. Il processo, che vede imputate sedici persone, tra cui l’ex consigliere comunale Bianco, il candidato Eboli, l’ex vicesindaco Antonio Cesarano, il boss Antonio Pignataro, il consigliere dimissionario Nicola Maisto, l’ex candidato sindaco Mario Stanzione e altri, verte su accuse di scambio elettorale politico-mafioso e corruzione, connesse alla rielezione di Torquato. Le indagini si concentrano su una presunta compravendita di voti e su un progetto di costruzione di una casa famiglia, inizialmente approvato dall’amministrazione Torquato, ma successivamente ritenuto dagli inquirenti parte di un illecito scambio politico-mafioso. Monsignor Giudice ha dichiarato di aver sospeso don Santoriello, dopo gli arresti disposti dalla Procura, a seguito di una rivalutazione della situazione, definita “inappropriata”. Questa decisione, ha spiegato, mirava a inviare un segnale chiaro agli altri sacerdoti, esortandoli a mantenere una posizione di neutralità durante le campagne elettorali.