Categories: L'Editoriale

Il silenzio di un’informazione salernitana: la chiusura de “La Città”

Profonda costernazione scuote il panorama giornalistico della provincia di Salerno a seguito della cessazione delle attività de “La Città”. Dopo giorni di sciopero indetto dai giornalisti a causa di presunte violazioni dei diritti lavorativi e di quattro licenziamenti annunciati, i dipendenti si sono trovati di fronte a un’improvvisa chiusura degli uffici. L’intervento del Prefetto di Salerno, del sindaco Vincenzo Napoli, nonché le proteste sindacali e dell’Ordine dei Giornalisti, si sono rivelate vani. Secondo una nota diramata dall’editore, Edizioni Salernitane, la decisione di sciogliere la società, nominando Giuseppe Carriero liquidatore, è stata presa in seguito all’impossibilità di raggiungere un accordo con le rappresentanze sindacali per la riduzione dei costi aziendali, principalmente quelli del personale (circa il 70% del totale). L’editore ha sottolineato l’impossibilità di trovare una soluzione condivisa e di riequilibrare le passività aziendali. Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, ha denunciato una chiusura che, a suo dire, non rispecchia i principi della libera informazione, evidenziando l’impegno e il sacrificio dei giornalisti che hanno sempre difeso la professionalità e la dignità del lavoro. Nonostante le numerose espressioni di solidarietà, la chiusura de “La Città” rappresenta una perdita significativa per il giornalismo salernitano. Tredici giornalisti, in anni di operatività complessa e indipendentemente da difficoltà economiche dell’editore, hanno garantito un prodotto giornalistico d’eccellenza. La speranza è che imprenditori salernitani si facciano avanti per rilevare la testata e impedire la scomparsa di un giornale che per vent’anni ha rappresentato un punto di riferimento per correttezza e qualità giornalistica. Un pensiero commosso va ai colleghi, alcuni dei quali collaboratori e altri ex antagonisti, ma sempre uniti da un senso di professionalità e umanità oggi, purtroppo, sempre più raro.

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