Il rischio di declassamento dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore: un appello per la difesa di un presidio sanitario fondamentale

L’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore rischia un grave declassamento, con il Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) che potrebbe passare dal secondo al primo livello, compromettendo numerosi reparti e servizi. Questa minaccia ha scatenato la forte protesta di sindaci, consiglieri comunali e sindacati. Il sindaco Manlio Torquato e il presidente della commissione consiliare Sanità, Vincenzo Stile, denunciano una situazione di precarietà ormai cronica, caratterizzata da carenze di personale che si ripercuotono sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Ricordano la chiusura notturna del reparto di gastroenterologia dello scorso anno, le difficoltà del reparto di terapia intensiva (UTIC), le problematiche legate ai trasferimenti di personale e il rischio di limitazione dei servizi del nido. Il pronto soccorso, inoltre, opera costantemente in una condizione di sovraccarico, a causa del numero elevato di accessi. Cgil, Cisl e Uil, con i loro segretari Pasquale Addesso, Pietro Antonacchio e Lorenzo Conte, sottolineano l’importanza del DEA di Nocera-Pagani-Scafati, un punto di riferimento per l’intero Agro nocerino-sarnese, che offre servizi specialistici di alta qualità, inclusi reparti di terapia intensiva neonatale e neurochirurgia. Un declassamento rappresenterebbe un grave danno per un’ampia popolazione, con una alta densità demografica e significative fasce di popolazione in condizioni di vulnerabilità economica. L’ospedale Umberto I, quarto in Campania per numero di accessi al pronto soccorso (oltre 72.000 all’anno), necessita di un adeguamento del personale e delle risorse per poter garantire i livelli essenziali di assistenza. Stile e Torquato chiedono pertanto il supporto degli altri sindaci dei comuni limitrofi e un incontro con il Presidente De Luca per scongiurare il declassamento e ottenere il riconoscimento del ruolo strategico dell’ospedale Umberto I come DEA di secondo livello. L’appello è per una riconsiderazione del piano sanitario regionale, al fine di garantire un servizio adeguato alle esigenze della comunità.