Il Parco Archeologico-Monumentale di Nocera Inferiore: Un Sogno Infranto?

Nell’aprile del 1990, il giornale “La Cittanova” celebrava con entusiasmo l’approvazione regionale di un progetto turistico per l’Agro nocerino. Ventiotto anni dopo, la notizia suona come una beffa. Il direttore Antonio Pecoraro, con toni trionfali (ironico, data la data del 1° aprile!), annunciava la nascita di un ambizioso piano, promosso dall’Archeoclub e dal “Comitato pro Nuceria” (antesignano del comitato per il referendum, già allora argomento di dibattito). L’obiettivo era quello di riqualificare il patrimonio culturale nocerino, recuperando la dignità civile delle due Nocera, grazie ad un finanziamento regionale per il “Grande Parco”. L’articolo sottolineava la sinergia tra cittadinanza, consapevole del degrado socio-economico, e associazioni volontarie, impegnate nella progettazione del futuro. La collaborazione tra Provincia di Salerno e le due Sovrintendenze (archeologica e monumentale) garantiva, secondo Pecoraro, un elevato valore scientifico e, soprattutto, un uso responsabile delle risorse pubbliche, evitando sprechi. I tecnici coinvolti, svolgendo semplicemente il proprio lavoro, avrebbero consegnato a Nocera uno strumento di crescita economica e sociale senza costi aggiuntivi per lo Stato. Una pratica virtuosa, che contrastava con gli abusi della cosa pubblica, destinata però, secondo l’autore, a rimanere un’eccezione. Oggi, 22 agosto 2018, ci si chiede: che fine ha fatto quel progetto? Cosa è accaduto ai fondi regionali? Chi erano i rappresentanti provinciali che hanno lasciato sfuggire questa opportunità? Invitiamo chiunque abbia informazioni a contribuire alla ricerca della verità.