Il Sequestro del Depuratore di Costa: Un Ritardo Inaccettabile?

Il Sequestro del Depuratore di Costa: Un Ritardo Inaccettabile?

Il sequestro del depuratore di Costa a seguito di un’indagine della Procura di Nocera Inferiore, che ha coinvolto nove individui – cinque da Montoro, uno da Fisciano e uno da San Severino – solleva forti preoccupazioni. Le accuse, tra cui lo stoccaggio e lo smaltimento illegale di rifiuti industriali, sono state formulate dopo un’intensificazione delle indagini scatenata da numerose segnalazioni, anche da parte dei residenti, con la collaborazione dell’Arpac e dei carabinieri forestali. Il Professor Emiddio Ventre, presidente del Comitato no vasche e paladino della tutela ambientale del territorio, ha espresso la sua preoccupazione per il ritardo di anni tra le centinaia di denunce e il provvedimento giudiziario, auspicando che ciò non scoraggi la lotta per la salvaguardia dell’ambiente. Ventre ribadisce la necessità che il depuratore scarichi acque perfettamente depurate, come previsto dal Decreto legislativo 152 del 2006, chiedendo come obiettivo finale la ricomparsa delle trote nei fiumi Solofrana e Sarno, e in tutti i corsi d’acqua del bacino idrografico. Questa aspirazione è condivisa da molti cittadini. Recentemente, diversi ambientalisti hanno mostrato solidarietà ad Ermete De Maio, che aveva diffuso un video che mostrava l’inquinamento del fiume Solofrana causato da scarichi industriali, scatenando minacce di querela da parte di alcuni politici di Solofra ed accuse di diffusione di notizie false da parte di presunti complici degli inquinatori. In risposta, membri della Rete a difesa del Sarno, provenienti da diversi comuni, hanno ispezionato l’area interessata a Montoro e Solofra, concordando un piano di monitoraggio per dimostrare la natura e la periodicità del fenomeno, verificatosi anche il 4 agosto 2018, e smentire l’ipotesi che si tratti di semplice acqua piovana.