Il palcoscenico: un viaggio interiore e un ponte verso gli altri

Luana Izzo, attrice e docente della compagnia teatrale Primomito di Castel San Giorgio, illustra i benefici trasformativi della recitazione. L’incremento significativo di iscritti ai corsi di teatro riflette un’innegabile attrazione per questa disciplina. “Dietro una scuola di formazione teatrale c’è un impegno considerevole, spesso sottovalutato”, osserva Izzo, spiegando l’ascesa della popolarità di queste scuole. L’interesse per il teatro, secondo Izzo, è in costante crescita, coinvolgendo persone di tutte le età, mosse da una curiosità intrinseca. Non tutti, però, arrivano con aspettative ben definite. “Chi si avvicina per la prima volta immagina di ricevere un copione da recitare, ma scopre un’esperienza radicalmente differente”, afferma Izzo. In cosa consiste questa differenza? “Il laboratorio è uno spazio di scoperta, di sperimentazione. Si propongono esercizi per l’autoconoscenza, l’interazione di gruppo, la gestione dello spazio scenico, la riscoperta della fiducia in se stessi e negli altri, la comunicazione efficace e il controllo delle proprie emozioni. Il corpo e la voce vengono affinati come strumenti essenziali dell’attore.” La comunicazione emerge come elemento centrale. “La recitazione è comunicazione, un dialogo con se stessi e con il pubblico. Il laboratorio teatrale insegna ad esprimere le proprie emozioni con maggiore consapevolezza. L’era digitale, con la sua sovrabbondanza di messaggi brevi e social media, spesso ostacola l’autoconsapevolezza e la comunicazione interpersonale. Invece, nel laboratorio, le paure, le insicurezze e il desiderio di raccontarsi vengono fuori, trovando espressione attraverso la recitazione, che permette di comunicare con il corpo e la voce. La creatività viene liberata, permettendo all’individualità di esprimersi senza timore del giudizio.” Izzo condivide un’esperienza significativa: “Ricordo la preparazione dello spettacolo di fine anno con i ragazzi adolescenti. Invece di copioni preesistenti, abbiamo lavorato sulla scrittura creativa. Dalle emozioni è nato “I colori delle emozioni”, uno spettacolo in cui i ragazzi hanno espresso le proprie esperienze, ciò che non riuscivano a comunicare altrimenti: il dolore per l’assenza di un genitore, la solitudine, il dispiacere per una lite, i primi amori. Si sono messi a nudo, lanciando messaggi importanti a livello personale e sociale, affrontando temi come il bullismo e la sua gestione. Il risultato è stata una pièce teatrale commovente, stimolante per il pubblico e per le famiglie.”