L’abbandono di animali domestici: pene detentive e sanzioni pecuniarie

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza, pur in presenza di prescrizione del reato, riguardo ad un uomo condannato a una sanzione pecuniaria di 7.000 euro per aver abbandonato il proprio cane. L’articolo 727 del codice penale prevede pene severe per la crudeltà verso gli animali, compresi l’abbandono, l’inflizione di sofferenze gravi e la detenzione in condizioni incompatibili con la natura dell’animale, arrivando fino a un anno di reclusione o una multa da 1.000 a 10.000 euro. La sentenza n. 8408 del 2018 si riferisce a questo articolo. Il caso, originariamente giudicato dal tribunale di Catania, giunse in Cassazione a seguito del ricorso dell’uomo condannato. La difesa sosteneva che la motivazione della sentenza di primo grado fosse lacunosa, affermando che l’uomo avesse legato il cane a una ringhiera solo per una breve sosta, con l’intenzione di proseguire il viaggio verso casa. Secondo la difesa, mancavano prove che dimostrassero l’intenzione di abbandono o la sofferenza dell’animale, e il giudice avrebbe ignorato elementi a supporto della versione dell’imputato, quali la distanza percorsa, le fatture per le cure veterinarie, la testimonianza del veterinario e una foto del cane con il proprietario. La Cassazione ha respinto come infondati alcuni motivi di ricorso, in quanto relativi a questioni di fatto non rivedibili in sede di legittimità. Inoltre, la Corte ha precisato che la condanna si riferisce unicamente alla condotta contestata, nonostante il tribunale di Catania avesse considerato anche eventi successivi. L’esame degli altri motivi del ricorso è risultato superfluo, dato che il reato era prescritto. Di conseguenza, la condanna è stata annullata, ma senza proscioglimento. Infatti, il proscioglimento per estinzione del reato è possibile solo con prove inconfutabili di innocenza, cosa che nel caso in esame mancava.