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L’evoluzione dell’istruzione a Nocera Inferiore: un’analisi storica

Dagli anni ’50 agli anni ’70, il panorama educativo di Nocera Inferiore rispecchiava fedelmente la struttura sociale cittadina. All’inizio del secolo scorso, l’accesso all’istruzione obbligatoria era un privilegio riservato alle famiglie più abbienti. La composizione studentesca delle scuole rispecchiava la situazione socio-economica locale, con un’elevata presenza di alunni provenienti da contesti agricoli e operai, e un consistente numero di abbandoni scolastici. Le statistiche mostrano un miglioramento progressivo, correlato allo sviluppo industriale e del terziario, e alla riduzione dello sfruttamento minorile nel settore artigianale, fenomeno che contribuiva all’analfabetismo. La diminuzione dell’evasione scolastica è stata favorita anche da una crescente sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione. I dati mostrano una significativa diminuzione degli analfabeti (7.852 nel 1951, 6.700 nel 1961, 4.376 nel 1971), a fronte di un aumento dei diplomati e laureati. Si registra invece un incremento di coloro che non hanno completato alcun titolo di studio (da 6.937 nel 1951 a 11.167 nel 1971). La crescita della popolazione scolastica post-bellica pose sfide infrastrutturali e pedagogiche significative. L’elevata percentuale di analfabeti e semianalfabeti necessitava di interventi mirati, realizzati attraverso le scuole popolari, che offrivano corsi specifici per diverse fasce di età e livelli di istruzione. I partecipanti, per due terzi giovani tra i 13 e i 20 anni, provenivano prevalentemente da contesti rurali e operai (contadini, operai generici, muratori, meccanici e casalinghe). L’avvento dell’automobile portò anche l’iscrizione a scuola di figli di commercianti ambulanti e vetturini. Il Comune, in risposta alla grave crisi occupazionale del 1958-59 causata dai licenziamenti nelle industrie tessili, promosse corsi di economia domestica e iniziative di formazione e riqualificazione professionale.

Redazione

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