La popolazione dell’agro nocerino-sarnese inizialmente percepì gli effetti della Seconda Guerra Mondiale in modo indiretto, attraverso eventi tragici che colpirono luoghi simbolo come la caserma Marselli, trasformata in campo di prigionia per soldati alleati. Un episodio particolarmente sconvolgente, ricordato anche in precedenti articoli, fu il grave incidente ferroviario del 1942 alla stazione di Nocera Inferiore, che causò la morte di circa un centinaio di persone, un numero esatto mai ufficialmente confermato a causa della censura bellica. Le difficoltà si manifestarono poi nella drastica riduzione della disponibilità di beni di consumo e nell’introduzione del razionamento, che diede origine a un fiorente mercato nero. Prodotti come caffè, cioccolato e spezie scomparvero quasi del tutto, sostituiti da surrogati spesso scadenti: orzo tostato al posto del caffè, farine di qualità inferiore che rendevano la pasta collosa. Nonostante le difficoltà, inizialmente la situazione alimentare a Nocera fu migliore rispetto ad altre zone, grazie alla produzione agricola locale.
Tuttavia, a partire dalla fine del 1942, con il ritirarsi delle truppe dell’Asse e l’intensificazione dei combattimenti, la situazione precipitò. I bombardamenti aerei, inizialmente sporadici, divennero sempre più frequenti e mirati, colpendo in particolare la stazione ferroviaria. La popolazione si rifugiò in bunker sotterranei costruiti in tutta la città, obbligata all’oscuramento notturno. Molte famiglie abbandonarono le proprie case per trovare rifugio nelle campagne circostanti o presso parenti e amici. Chi rimase utilizzò le antiche gallerie tufacee, come quelle di Piedimonte e Pietraccetta, o la grotta di Sant’Angelo, come ripari sicuri.
L’8 settembre 1943, con la resa dell’Italia e la dispersione dei reparti militari, si verificò un periodo di anarchia. La popolazione, esasperata dalla fame e dalla disperazione, saccheggiò i magazzini della caserma Tofano e diverse abitazioni abbandonate. Furono rubati anche numerosi cavalli militari, facilmente identificabili dalle cicatrici lasciate dai tentativi di cancellazione dei marchi dell’esercito.
L’arrivo degli Alleati a Salerno e Maiori, seguito dai bombardamenti navali, aggravò ulteriormente la situazione. Il mese di settembre fu il più tragico: le esplosioni distrussero circa un terzo delle abitazioni e quasi tutte le fabbriche, danneggiando gravemente anche l’ospedale Umberto I. Il numero delle vittime civili fu considerevole. Gli Alleati trovarono una città devastata, senza elettricità, con numerose abitazioni distrutte e una drammatica carenza di cibo. I tentativi di fornire aiuti, con scorte di cibo in scatola, latte in polvere e legumi, diedero vita a un fiorente contrabbando e a tragici episodi, come quello di Balvano, dove centinaia di persone, tra cui molti nocerini, morirono in un treno bloccato in galleria. In definitiva, si stima che le perdite umane tra soldati e civili nocerini si avvicinassero al migliaio.
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