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Il Natale consumistico: luci scintillanti, cuori spenti

Charles Bukowski ha efficacemente catturato l’essenza di questo periodo: “È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più distratte”. Ricordo l’infanzia, il fascino ipnotico delle luci natalizie viste da lontano; una bambina che, inconsapevolmente, osservava la rifrazione della luce, un fenomeno compreso appieno solo in seguito. Quelle luci tremolanti, lontane, sembravano celebrare il Natale anche nelle sere estive. Oggi, queste luminarie, con i loro effetti speciali, sono diventate il simbolo principale del Natale, inaugurando i festeggiamenti addirittura a inizio novembre, se non prima. Bukowski, ancora una volta, aveva colto nel segno. Da ottobre, inizia la frenesia consumistica: shopping sfrenato, regali costosi, banchetti opulenti, foto perfette sui social, auguri standardizzati, eventi di beneficenza mondani, omaggi inutili ma appariscenti, feste esclusive e un rumore assordante che cela silenzi profondi. Un Natale che ignora le vere necessità, le assenze silenziose, l’amore trascurato, la comunicazione superficiale che dimentica l’insegnamento di Saint-Exupéry: “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Un Natale distante dal significato autentico della nascita di Gesù, nella fredda grotta di Betlemme. Si è perso il calore delle riunioni familiari, le risate dei bambini nella casa dei nonni, il profumo dei mandarini bruciacchiati, i piatti tradizionali preparati con amore, le storie della nonna che spiegava il vero spirito natalizio: l’amore di Dio che si fa bambino per noi. Un tempo in cui si condivideva il pranzo natalizio anche con chi era meno fortunato. Ecco perché, parafrasando Bukowski, desidero un “dicembre a luci spente e persone accese”. Un Natale che ci riporti all’entusiasmo puro dell’infanzia, aprendo i nostri cuori a chi soffre: gli anziani soli, i malati, i bambini sfruttati, le donne vittime di violenza, coloro che vivono le sofferenze della guerra, dell’indifferenza e della povertà. Come ricorda Madre Teresa di Calcutta: “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri!”. Solo così, le luci lontane saranno sempre simbolo di Natale, anche nelle calde sere estive. Buon Natale a tutti.

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