Nell’aula consiliare di Nocera Inferiore, si è svolto un importante simposio sul reato di tortura, di recente introduzione nel codice penale italiano. L’evento, organizzato dal gruppo 261 di Amnesty International dell’agro nocerino sarnese in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore, ha riunito esperti del settore per analizzare la nuova norma (articolo 613 bis). Introdotta a luglio, la legge prevede pene detentive da quattro a dieci anni per chi infligge violenze fisiche o psicologiche. Nonostante rappresenti un passo avanti nella tutela dei diritti umani, come sottolineato dalla portavoce del gruppo 261, Luisa Citro Calabrese, Amnesty International ha espresso alcune perplessità. L’organizzazione ritiene che la legge presenti lacune significative, tra cui una prescrizione troppo breve e un testo ambiguo che ammette troppe interpretazioni, oltre alla sua qualificazione come reato semplice.
Il professor Gerardo Ruggiero, esperto di storia del diritto, ha tracciato un excursus storico sull’utilizzo della tortura come strumento di estorsione di confessioni, condannado il suo impiego attraverso le critiche di illustri giuristi come Cesare Beccaria e Gaetano Filangieri, che nella sua “Scienza della legislazione” ne denunciava la barbarie. Alfonso Scermino, magistrato del Foro di Nocera Inferiore, ha analizzato la tortura come esercizio arbitrario di potere pubblico, citando le violenze perpetrate durante il G8 di Genova del 2001 alla scuola Diaz come emblematico esempio di abuso da parte delle forze dell’ordine. Questo episodio ha permesso di approfondire la natura del reato e la necessità di aggravanti più incisive, soprattutto nei casi di crimini commessi da pubblici ufficiali, secondo la posizione di Amnesty International. L’intervento di Gaetana Amoruso, sostituto procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore, ha evidenziato sia i limiti che i punti di forza di una norma che finalmente affronta una realtà, come dimostrano gli eventi di Genova e altri analoghi, purtroppo ancora attuale. L’amministrazione comunale, rappresentata dagli assessori Trotta e Fortino, ha espresso il proprio appoggio all’iniziativa, sottolineando l’importanza della tutela dei diritti umani. La conclusione condivisa è che in uno Stato di diritto la tortura, oltre a violare la dignità della vittima, offende profondamente anche chi la pratica.
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