Categories: Cultura & Spettacolo

L’eredità artistica di Niki de Saint Phalle: trauma, rinascita e celebrazione del femminile

Catherine Marie-Agnès Fal de Saint Phalle, nata in una famiglia aristocratica francese, affrontò un’infanzia segnata da abusi paterni. Dopo il trasferimento a New York a seguito della crisi del ’29, la giovane Niki, pur frequentando diverse scuole, coltivò un’indole ribelle ed indipendente, viaggiando e imparando diverse lingue. La sua ambizione iniziale di diventare attrice la portò a lavorare come modella per prestigiose riviste di moda, ottenendo una laurea nel 1947. Un matrimonio precoce con lo scrittore e musicista Harry Mathews e la nascita di due figli non impedirono una profonda crisi nervosa nel 1953, che portò alla luce il trauma infantile. La pittura divenne la sua via terapeutica, aprendo la strada a una straordinaria carriera artistica. Negli anni Sessanta, Niki de Saint Phalle conquistò notorietà con le sue “Tirailleurs”, performance interattive dove il pubblico sparava su rilievi in gesso, rivelando colori nascosti. La sua attenzione si spostò poi sulla figura femminile, dando vita alle iconiche “Nanas”, sculture imponenti, colorate e sensuali, che celebravano la femminilità in tutta la sua pienezza. La sua adesione al movimento dei Nouveaux Réalistes arricchì la sua espressività. Il secondo matrimonio con l’artista Jean Tinguely, noto per le sue opere cinetiche, segnò una proficua collaborazione artistica. Tra le sue opere più celebri, “Hon/Elle”, imponente Nana in poliestere di 28 metri di lunghezza, esposta al Moderna Museet di Stoccolma, invita i visitatori ad un’esperienza immersiva, simboleggiante una rinascita. Tra il 1979 e il 1996, Niki de Saint Phalle realizzò il sontuoso Giardino dei Tarocchi in Toscana, un capolavoro che testimonia la sua inesauribile creatività. Nonostante lottasse con problemi di salute, dovuti anche all’utilizzo del poliestere, la sua arte fu acclamata dalla critica. Morì nel 2002 in California, lasciando un’eredità artistica che coniuga la trasformazione del trauma in espressione creativa, e la celebrazione potente e vibrante della femminilità.

Redazione

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