Una giovane studentessa universitaria di 19 anni, Licia, si interroga sulla possibilità di soffrire di Disturbo Borderline di Personalità (DBP) dopo una ricerca online condotta con un’amica. Il DBP è caratterizzato da un’instabilità significativa nell’umore, nei comportamenti e nelle relazioni interpersonali, accompagnata da impulsività marcata e difficoltà di pensiero coerente. I disturbi di personalità, in generale, si manifestano attraverso schemi disadattivi di pensiero e comportamento persistenti, che non si limitano a contesti specifici e impattano significativamente le aree cognitive, emotive e relazionali.
Le persone affette da DBP, pur possedendo spesso risorse personali e sociali, incontrano notevoli difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi. Questo disturbo, che colpisce circa il 2% della popolazione, predilige il genere femminile e solitamente esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta. Un sintomo comune è l’instabilità emotiva, con repentini passaggi tra stati d’animo contrastanti, a volte addirittura simultanei, generando confusione sia nel soggetto che nell’ambiente circostante. Questo contribuisce all’isolamento sociale, poiché le relazioni, intense inizialmente, diventano rapidamente insensate e difficili da gestire.
L’impulsività è un altro tratto distintivo, con azioni non ponderate e disattente alle conseguenze a lungo termine. Possono manifestarsi episodi di rabbia incontrollata, violenza fisica, abuso di sostanze, disturbi alimentari, gioco d’azzardo compulsivo, promiscuità sessuale e spese sconsiderate. Non sono infrequenti nemmeno comportamenti autolesionistici o tentativi di suicidio. La difficoltà nel riflettere in modo coerente sulle proprie esperienze, emozioni e relazioni è un ulteriore elemento caratterizzante, con narrazioni ricche di dettagli ma prive di un filo logico, spesso caratterizzate da un pensiero dicotomico (“tutto o nulla”).
Le conseguenze del DBP possono essere gravi, includendo instabilità relazionale, scarso rendimento lavorativo (nonostante le capacità individuali), abuso di alcol e droghe, e, nei casi più gravi, autolesionismo e tentativi di suicidio. Per affrontare il DBP, la terapia dialettico-comportamentale (DBT) di Marsha Linehan rappresenta oggi l’approccio terapeutico più efficace. Questa terapia, di orientamento cognitivo-comportamentale integrato, si concentra sulla regolazione emotiva, mirando a ridurre i comportamenti suicidari e quelli che ostacolano la terapia e la qualità di vita. La DBT prevede solitamente sedute individuali e incontri di gruppo, volti a potenziare le capacità del paziente nella gestione delle emozioni negative intense.
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