Incontro su immigrazione a Nocera Inferiore: un appello all’umanità

Il presidio di “Libera” a Nocera Inferiore, in collaborazione con la cooperativa “Tutta n’ata storia”, ha organizzato un evento al convento di Sant’Antonio incentrato sul tema della migrazione. Francesco Vecchione, responsabile del presidio, ha sottolineato l’importanza di approfondire questa complessa realtà, evidenziando il legame tra criminalità organizzata e flussi migratori, citando le intercettazioni che rivelano come il traffico di migranti sia un affare lucroso per le mafie. L’evento, dedicato alla memoria di Jerry Essan Masslo, si inserisce in un percorso di incontri che proseguirà a dicembre, con la partecipazione di rappresentanti delle comunità immigrate presenti sul territorio. Vecchione ha affermato che la diversità, in tutte le sue forme, va vista come ricchezza e non come minaccia. Gennaro Avallone, sociologo dell’Università di Salerno, ha invitato a un dibattito serio e privo di strumentalizzazioni, sottolineando come la paura degli immigrati sia frutto di pregiudizi e processi culturali che necessitano di un’analisi approfondita. Avallone ha inoltre presentato dati significativi: negli ultimi dieci anni, 809.000 persone sono arrivate in Italia, ma solo il 10% si è stabilito nel paese, evidenziando il divario tra i fondi stanziati per l’accoglienza e quelli effettivamente destinati ai migranti stessi. Questa situazione, ha aggiunto Avallone, dipinge un quadro di un paese in crisi morale, in cui il migrante diventa capro espiatorio delle paure collettive. Don Tonino Palmese, vicario episcopale per la carità dell’arcidiocesi di Napoli e consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha sottolineato la necessità di un incontro autentico con l’altro, basato sull’accoglienza, la corresponsabilità e il perdono – concetti interpretati in chiave politica e sociale – per ritrovare un’umanità comune e una cittadinanza inclusiva che rispecchi i valori costituzionali. L’evento è stato arricchito dalla mostra “Cose da non credere”, a cura di Eugenio Mastrovito e della cooperativa “Aries Onlus”.