L’Italia abbraccia il lavoro agile, con oltre 350.000 dipendenti che già beneficiano di questa modalità innovativa, recentemente regolamentata. Uno studio del Politecnico di Milano rivela un incremento di produttività del 15% per ogni lavoratore a regime di smart working, traducendosi in un guadagno nazionale stimato in 13,7 miliardi di euro. Questo aumento di efficienza si accompagna a consistenti risparmi aziendali. Inoltre, il lavoro da remoto comporta un risparmio medio annuo di 40 ore di spostamenti per dipendente, con un impatto positivo sull’ambiente, stimato in una riduzione di 135 kg di emissioni di CO2 a testa. La soddisfazione dei lavoratori a distanza risulta significativamente superiore alla media: solo l’1% esprime insoddisfazione, a fronte del 17% dei dipendenti tradizionali. Il 50% degli smart worker si dichiara pienamente soddisfatto dell’organizzazione del lavoro, e il 34% riferisce ottimi rapporti con superiori e colleghi. Seppur affine al tradizionale telelavoro, lo smart working si distingue per la parità di trattamento economico, l’obbligo di tutela contro infortuni e malattie professionali con copertura INAIL, e soprattutto per la maggiore flessibilità di luogo di lavoro: casa, sede secondaria, caffè o parco, purché si disponga di connessione internet tramite computer o smartphone.
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