Solidarietà di Fratelli d’Italia ai Dipendenti Provinciali di Salerno

I rappresentanti salernitani di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Antonio Iannone (Presidente regionale Campania) e Imma Vietri (Presidente provinciale di Salerno), esprimono piena solidarietà ai dipendenti della Provincia di Salerno, attualmente in sciopero, e ai cittadini privati dei servizi essenziali. L’azione di protesta è conseguenza, secondo i due esponenti politici, delle disastrose politiche del Partito Democratico, in particolare della riforma Delrio, definita “mal concepita, mal scritta e mal applicata”. Iannone e Vietri ricordano di aver preannunciato le conseguenze negative di tale riforma, già all’epoca in cui esponenti PD locali si presentavano come esperti di amministrazione pubblica. La situazione attuale, caratterizzata da strade provinciali in stato di abbandono, scuole a rischio crollo, mancanza di contributi per il trasporto scolastico di studenti disabili e assenza di iniziative per la valorizzazione del territorio, è dipinta come il risultato di una gestione fallimentare che rischia di portare al default economico-finanziario della Provincia. Tale situazione, secondo i due politici, è una “morte annunciata”, la cui gravità è stata sottovalutata a lungo persino dai sindacati, mentre gli amministratori PD, paragonati a chi “balla sul Titanic”, restano inermi di fronte al disastro imminente, con pesanti conseguenze economiche per le future generazioni. Iannone e Vietri chiedono le dimissioni del Presidente della Provincia, Canfora, sostenendo che non può simultaneamente ricoprire il ruolo di esponente di governo e figura di opposizione, data la paternità della riforma stessa da parte del pensiero politico di Renzi. Il loro attacco si estende all’ex ministro Delrio, ironizzando sul suo sciopero della fame per lo ius soli mentre, secondo i due esponenti di Fratelli d’Italia, dovrebbe invece “scioperare contro se stesso” per la devastazione causata dalla riforma delle Province, considerata simbolo del fallimento del governo Renzi. La critica si conclude con una sferzante osservazione sul ritardo con cui Renzi, nonostante la sconfitta referendaria del 2016, ha abbandonato la scena politica.