L’infamia delle corna: da simbolo di potere a marchio di tradimento

L’espressione “portare le corna”, sinonimo di tradimento coniugale, cela una storia complessa. Perché questo termine, un tempo simbolo di forza e regalità, è diventato un insulto? L’aggettivo “cornuto”, applicato al marito tradito, varia di intensità a seconda della gravità dell’infedeltà: da un leggero disonore a una profonda umiliazione. Nell’immaginario collettivo, le “corna” possono essere di dimensioni minuscole o imponenti, arrivando persino a simboleggiare una tragedia di proporzioni enormi. Ironia della sorte, nel mondo animale, le grandi corna rappresentano potenza, fierezza e virilità. Nella storia antica, re e guerrieri venivano spesso raffigurati con corna, emblema di potere e discendenza divina. Alessandro Magno, ad esempio, fu incoronato con corna d’ariete all’arrivo in Egitto nel 333 a.C., così come Pirro ostentava un elmo cornuto per rivendicare la sua origine divina. Orazio e Tibullo celebravano le “corna d’oro” di Bacco, e a Roma esisteva la gens Cornelia. Ma come si è giunti all’accezione negativa attuale? Diverse teorie tentano di spiegare l’associazione tra “corna” e tradimento. Una fa riferimento al maschio della capra, il becco, noto per la promiscuità della femmina. Un’altra teoria si addentra nella mitologia greca: Poseidone, per vendicarsi di Minosse, re di Creta, che non sacrificò un toro bianco come richiesto, fece innamorare Pasifae, moglie del re, della bestia. Dedalo costruì una vacca di legno per permettere l’unione, dalla quale nacque il Minotauro. I Cretesi, a conoscenza del tradimento, sfoggiavano corna di fronte a Minosse. Un’altra possibile spiegazione risale al Medioevo a Costantinopoli. Andronico I Comneno, imperatore bizantino crudele e sanguinario, fece imprigionare e torturare i nobili che lo avevano ostacolato, rapendo le loro mogli. In segno di scherno, appese teste di cervi e altri animali cornuti sui palazzi delle vittime. Nacque così l’espressione greca “cherata poiein” (mettere le corna). La caduta di Andronico nel 1185 ad opera di Guglielmo II di Sicilia, che trovò questi inquietanti trofei, segnò un punto di svolta. I soldati, comprendendo il significato, usarono per primi il termine “cornuto” per indicare i mariti traditi. A Costantinopoli, il popolo, infuriato, si ribellò, catturando e giustiziando Andronico, appeso poi come uno dei suoi trofei.