Insultare un insegnante: conseguenze penali per chi offende un pubblico ufficiale

A settembre, gli studenti riprendono i libri e le lezioni, a volte generando conflitti con i docenti. È fondamentale ricordare che gli insegnanti rivestono il ruolo di pubblici ufficiali. Pertanto, le offese rivolte a loro, in determinate circostanze, configurano il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, punibile con la reclusione fino a tre anni, come previsto dall’articolo 341 bis del codice penale. Questo reato, seppur abrogato nel 1999, è stato reintrodotto nel 2009 con requisiti più stringenti. Non basta più una semplice offesa all’onore o alla reputazione; è necessario che l’azione oltraggiosa avvenga pubblicamente, alla presenza di più persone e durante lo svolgimento delle funzioni del pubblico ufficiale. La legge mira a sanzionare le offese che interferiscono con l’esercizio della funzione pubblica, soprattutto quando dirette a un pubblico vasto. Una sentenza della Corte di Cassazione (n. 15367/2014) ha ribadito la qualifica di pubblico ufficiale per gli insegnanti, chiarendo che le loro funzioni non si limitano alla didattica, ma comprendono anche le attività preparatorie, concomitanti e successive, inclusi gli incontri con i genitori. Questo è stato dimostrato da un caso giudiziario in cui una madre, dopo aver insultato l’insegnante di sua figlia durante un incontro scolastico, è stata condannata per oltraggio a pubblico ufficiale. L’accusa iniziale di ingiuria si è rivelata errata, poiché il reato commesso presentava i requisiti per il più grave oltraggio a pubblico ufficiale, comportando la competenza del tribunale piuttosto che del giudice di pace.